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Bersani si sveglia: a sinistra non siamo in pantofole

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Il leader del Pd attacca la Lega, "sottovaso del Cav". Poi propone un "governo di transizione per rifare la legge elettorale"

Albina Perri
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E' suonata la sveglia in casa Bersani. Il leader del Pd chiude la festa ricordando ai suoi che Berlusconi è il male da combattere. Bisogna alzare la testa, dice, perché l'Italia dopo la cura di Berlusconi e della Lega "non è migliorata in nulla". Ed allora bisogna fare crescere il sogno e rimboccarsi le maniche. Altro che pantofolai, "abbiamo scarponi e scarpette". Ma can che abbaia non morde: il leader della sinistra prima attacca, poi allunga la mano e offre un governo "di transizione". La transizione- Pier Luigi Bersani lancia la sfida al governo Berlusconi. Minacciando: "C'è molta tensione sociale in giro. Se un governo accende i fuochi, chi li spegnerà?". "Abbassi la cresta chi vuol darci lezioni di territorio o farci la caricatura, come fossimo un partito in pantofole. Abbiamo scarpette e scarponi e se ne accorgeranno". Poi lancia la sua proposta per la transizione: "Serve un breve governo con al primo punto una legge elettorale nuova che metta in condizione di sicurezza democratica le prospettive del Paese". Altrimenti il Pd farà "un'opposizione durissima contro il governicchio". E ai suoi indica anche un esempio: Angelo Vassallo, "il sindaco pescatore" ucciso nel Cilento al quale Bersani dedica la chiusura della Festa del Pd e al quale "il premier non ha dedicato nemmeno una parola". Bersani, camicia bianca con le maniche rimboccate, attacca il premier. "Con il 'Ghe pensi mi' non è arrivato nulla di buono, di concreto nella vita degli italiani, questa è un'idea deformata di democrazia - scadisce il segretario democratico - Quello che chiamiamo berlusconismo e che si aggira per l'Italia da quindici anni e che in un patto di ferro con la Lega ha governato per sette degli ultimi nove anni, ha accompagnato lo scivolamento dell'Italia, ha favorito la disarticolazione del Paese, il suo ripiegamento corporativo e oggi ne impedisce la riscossa innanzitutto deformando i codici essenziali che reggono il senso di sè di una comunità nazionale".  E' un Paese in ginocchio quello che dipinge il segretario democratico. Un Paese a cui Berlusconi e la Lega "hanno rubato il futuro, l'orizzonte". E all'estero le cose non vanno meglio. "L'immagine dell'Italia è stata devastata da una politica da imbonitori". Un esempio? "Mentre abbiamo soldati che rischiamo la vita in Afghanistan, riduciamo una caserma dei nostri carabinieri a Roma ad un palcoscenico stile Gheddaf L'attacco alla Lega. Bersani punta l'indice contro la Lega: ''La Lega, quella della spada che non conosce fodero; quella che fa da sottovaso al Cavaliere, che sta vicino allo zio per prenderne l'eredità e non vuole badanti di mezzo. Che cosa ha fatto la Lega dei suoi valori e delle sue promesse?''. Ed ancora: ''E la moralità pubblica, cari leghisti, e l'impronta popolare di cui vi vantate che fine hanno fatto? Non ci sarebbe stata nessuna legge ad personam se non ci foste stati voi a votarla''. E agli esponenti del Carroccio Bersani dice: ''Noi con voi non abbiamo mai fatto gli snob. Vi parliamo chiaro e semplice, così come fa la nostra e la vostra gente. Vi chiediamo che cosa fate lì, che cosa ci state a fare con il miliardario? Attenzione uno che va troppo ad Arcore - ha concluso - può lasciarci la canottiera''.

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