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"Il Pd è un partito senza bussola" e Veltroni lancia un Movimento

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Insieme al vecchio leader della sinistra anche Fioroni e Gentiloni: "Non è un problema di Bersani, ma non nascondiamo la testa sotto la sabbia"

Eleonora Crisafulli
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Walter Veltroni è tornato in scena. Dopo gli anni di vita ritirata, successivi alla sconfitta elettorale, l'ex leader del centrosinistra torna alla carica con un nuovo movimento. Il Pd "offre l'immagine di un partito senza bussola strategica", e per superare questa fase occorre "uscire allo scoperto e avanzare proposte coraggiose e innovative", a partire dal recupero della "vocazione maggioritaria". La soluzione? Creare un "Movimento che coinvolga "forze interne ed esterne" al partito e porti al necessario "allargamento dell'area dei propri consensi". La proposta è stata messa nera su bianco, in un documento promosso da Veltroni, Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni, sul quale si stanno raccogliendo le firme. Come già aveva precisato in un'intervista a Gioia, Veltroni ha comunque ribadito di non voler ricoprire ruoli all'interno del Pd. Quanto a Bersani, l'ex numero uno dei democratici gli riconosce la leadership del partito ma si dice pronto all'idea di un candidato premier esterno al partito. "Non voglio personalizzare. Non è un problema di Bersani, sono scevro da ogni rimprovero personale anche perché non ho dato consigli, non mi sono stati chiesti e non li ho dati". Ma, sottolinea, "se siamo al 24,6% dovremmo essere tutti preoccupati. La cosa peggiore è nascondere la testa sotto la sabbia". Nel documento si prevede la creazione non di una corrente, ma di un movimento. Il testo, che sarà redatto domani nella sua versione definitiva, è lungo sei pagine, parte dalla "crisi strategica del centrodestra", giunto "a un punto di non ritorno" per poi esortare a "riforme, coraggiose e profonde", in particolare per aggiustare la Finanza pubblica, recuperare la produttività e superare "la crescente disuguaglianza". Il ritardo "accumulato è enorme, ma esistono le risorse per farcela", e quindi "una coerente strategia riformista può contare su rilevanti forze sociali". Il Pd dovrà puntare su "una alleanza tra chi ha bisogno di cambiamento, ma da solo non può realizzarlo". Dovrà "darsi una strategia di allargamento dei propri consensi, che faccia leva su un programma riformista, su un progetto innovativo per il Paese e su una classe dirigente fortemente rinnovata, attingendo a forze che non siano solo quelle della politica tradizionale".  E naturalmente l'innovazione dovrà riguardare il programma "che deve assumere con coraggio l'obiettivo di battere tutti i conservatorismi, compresi quelli tradizionali del centrosinistra". Serve "un Movimento che si proponga il rafforzamento del consenso al Pd e del suo pluralismo, coinvolgendo forze interne ed esterne al partito, tornando ad appassionare energie che si sono allontanate e che la crisi politica e culturale del centrodestra ha rimesso in moto". Complessivamente il documento dovrebbe avere almeno 70 firme, calcolando oltre agli ex Ppi e ai veltroniani anche i rutelliani che hanno seguito Gentiloni. Di fatto è stata raggiunta la "cifra" alla quale i promotori puntavano per dare il segnale che una nuova componente si è costituita. 

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