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Ior, maxi sequestro: Indagato Ettore Gotti Tedeschi

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Il gip contesta la violazione della norma antiriciclaggio. Vaticano: "perplessità per l'indagine e fiducia al presidente"

Tatiana Necchi
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Maxi sequestro in un conto dello Ior, l'istituto di credito del Vaticano. Ettore Gotti Tedeschi, presidente dell'Istituto e un altro importante dirigente della stessa banca vaticana sono indagati dalla procura di Roma per violazione del decreto legislativo 231 del 2007 che è la normativa di attuazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio. È stato il gip del Tribunale di Roma, Maria Teresa Covatta ad accogliere la richiesta della Procura capitolina. L'inchiesta prende il via dalla segnalazione di una operazione sospetta da parte dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia con sospensione della stessa operazione per cinque giorni lavorativi. Ciò ha consentito al nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza e alla procura di attivarsi. Le autorità giudiziarie hanno così messo al sicuro 23milioni di euro che erano depositati presso una filiale del Credito Artigiano Spa. 20milioni, della somma, erano diretti  alla JP Morgan di Frankfurt e gli altri 3 alla Banca del Fucino. Il sequestro è stato disposto perché sono stati omessi gli estremi del soggetto, fisico o giuridico, che voleva originare il movimento finanziario. Tutto riguardante la norma antiriciclaggio. L'articolo 55 del decreto 231 del 2007, infatti, punisce con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa da 500 a 5000 euro "l'esecutore dell'operazione che omette di indicare le generalità del soggetto per conto del quale eventualmente esegue l'operazione o le indica false". E ancora, lo stesso articolo prevede l'arresto da sei mesi a tre anni con l'ammenda da 5mila a 50mila euro "dell'esecutore dell'operazione che non fornisce informazioni sullo scopo e sulla natura prevista dal rapporto continuativo o dalla prestazione professionale o le fornisce false". Questa indagine è la prima iniziativa assoluta (da quando, nel 2003, la Cassazione ha attribuito alla giurisdizione italiana la competenza sullo Ior) che chiama in causa la banca vaticana e i suoi vertici. La replica del Vaticano - In una nota della Segreteria dello Stato Vaticano "la Santa Sede manifesta perplessità e meraviglia per l'iniziativa della Procura di Roma". Vengono infatti contestate "operazioni di giroconto per tesoreria presso istituti di credito non italiani il cui destinatario è il medesimo Ior". I dati informativi relativi erano già "disponibili presso l'ufficio competente della Banca d'Italia, e operazioni analoghe hanno luogo correntemente con altri istituti di credito italiani". Confermando "la massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior", Gotti Tedeschi, la Segreteria ricorda "la chiara volontà, più volte manifestata da parte delle autorità della Santa Sede, di piena trasparenza per quanto riguarda le operazioni finanziarie dell'Istituto per le Opere di Religione. Ciò richiede che siano messe in atto tutte le procedure finalizzate a prevenire terrorismo e riciclaggio di capitali". Per questo, conclude il comunicato vaticano, "le autorità dello Ior da tempo si stanno adoperando nei necessari contatti e incontri, sia con la Banca d'Italia sia con gli organismi internazionali competenti - Organisation for Economic Cooperation and Development (Oecd) e Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale contro il riciclaggio di capitali (Gafi) - per l'inserimento della Santa Sede nella cosiddetta White List".

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