Pd, Bersani e Veltroni alla conta

Eleonora Crisafulli

"Oggi abbiamo una discussione che non so se è interessante per il Paese ma è cruciale per noi". A poche ore dalla direzione del Pd, dopo il caos provocato dal movimento di Walter Veltroni, il segretario Pierluigi Bersani ribadisce la sua intenzione di evitare che il dibattito nel partito si concentri esclusivamente sulle questioni interne: "Ho detto al mio partito e lo dirò oggi. Gambe in spalla: adesso si parla di Italia". Il leader del centrosinistra ha anche escluso l'ingresso dell'ex ad di Unicredito, Alessandro Profumo, tra le file del Pd. Il documento dei 75 è stato un errore, per Bersani, "è stato un atto, un gesto che ha avuto effetti al di là degli obiettivi e dei contenuti, ha creato sgomento, si è prestato a immaginarci come un partito senza bussola in un momento in cui le difficoltà sono nella destra. I nostri elettori ci vogliono combattivi e ci chiedono di lavorare per evidenziare la crisi del berlusconismo. Insomma non possiamo fare il gioco dell’oca, non possiamo ricominciare sempre dall’inizio". La conta - Nonostante le esortazioni dell'ex sindaco di Roma a evitare la conta, proprio oggi si faranno i primi calcoli. L'attesa relazione di Bersani, infatti, si concluderà con un voto. A preannunciarlo è stato Filippo Penati, capo della segreteria politica del Pd: "Oggi in direzione ci sarà un dibattito franco che farà chiarezza, a partire dalla relazione del segretario, e che si concluderà serenamente con un voto", ha detto prima dell’inizio della riunione. "L’obiettivo - ha spiegato - è tenere insieme la chiarezza di prospettive nel parlare al Paese e l’unità del partito". La leadership - Per il presidente del Pd Rosy Bindi, "il problema del Pd è la difficoltà a riconoscere la leadership che c'è. Veltroni lamentò che la sua non era riconosciuta, e così Franceschini. E ora si sta praticando lo stesso sport nei confronti di Bersani. Le leadership sono forti se c’è la disponibilità di tutti a rafforzarle e non a indebolirle". Veltroni "aveva promesso che non avrebbe ricambiato le vigliaccherie subite. Non vogliamo annientare nessuno, ma se alcune persone scrivono un documento e raccolgono delle firme evidentemente vogliono essere prese sul serio. Non votare potrebbe essere offensivo nei loro confronti".