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Medio Oriente, ancora una settimana per il compromesso

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L'appello di Netanyahu al presidente palestinese Abu Mazen: "portiamo avanti negoziati sinceri e positivi"

Tatiana Necchi
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Israele e Anp hanno concordato di concedersi un'ulteriore settimana di contatti per trovare un compromesso sulla moratoria nelle colonie della Cisgiordania, allo scopo di poter poi proseguire nelle trattative di pace A dare la notizia è il il quotidiano Jerusalem Post secondo cui la decisione del presidente Abu Mazen di chiedere in merito una consultazione con la Lega araba solo il 4 ottobre è la conseguenza di serrati contatti diplomatici intercorsi dietro le quinte nei giorni scorsi. Il giornale nota che in Israele la situazione è in questi giorni statica per la Festa dei Tabernacoli, che termina giovedì, e dunque non è prevedibile comunque un rilancio significativo dei lavori di colonizzazione fino all'inizio di ottobre. Ieri, per facilitare la ricerca di un compromesso, Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di non rilasciare alcuna intervista. Abu Mazen, da parte sua, ha pure mantenuto un atteggiamento discreto, astenendosi dall' annunciare la fine immediata delle trattative. Secondo il ministro della difesa Ehud Barak, che nei giorni scorsi ha partecipato negli Stati Uniti ai contatti volti ad evitare una crisi per la fine della moratoria, le probabilità che si trovi in definitiva un compromesso sono al 50%. Portare avanti i colloqui di pace  - Il collegamento tra le colonie doveva terminare alla mezzanotte e così è stato. Allo scoccare dell'ora il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha chiesto al presidente palestinese Abu Mazen di portare avanti negoziati "sinceri e positivi", questo nonostante sia scaduta senza proroghe la moratoria di 10 mesi sulla costruzione di insediamenti nei Territori palestinesi. I colloqui di pace diretti erano ripresi proprio all'inizio di settembre grazie anche alla mediazione degli Stati Uniti che tutto'ora non ha abbandonato le speranze: Hillary Clinton, come affermato dal portavoce del Dipartimento di Stato P.J. Crawley, ieri ha parlato per due volte al telefono con Netanyahu. Abu Mazen, giunto a Parigi ieri sera, oggi incontrerà il presidente francese Nicolas Sarkozy. Proprio ieri aveva ribadito che senza un ulteriore blocco ''il processo di pace sarà una perdita di tempo''. Netanyahu però nel suo appello ha chiesto al presidente palestinese di non abbandonare i colloqui di pace per arrivare ''ad un accordo storico'' nel giro di un anno.  Intanto il clima continua a non essere uno dei più sereni, ieri in Cisgiordania due auto con a bordo coloni israeliani sono state colpite da proiettili partito, sembra, da un commando palestinese nei pressi di Hebron. Nello scontro è rimasta ferita una donna incinta. Tra i palestinesi, è giunta la richiesta contro i negoziati senza la proroga. Anche i politici più moderati si sono espressi apertamente in modo ostile al proseguimento dei colloqui, accusando Israele di malafede. Infatti secondo i palestinesi portare avanti i negoziati mentre lo stato ebraico continua a costruire e ingrandire sarebbe controproducente. Anche in Israele la situazione non è tra le più rosee: oltre a chi esorta a fare di tutto per evitare una crisi, ci sono voci che sottolineano come la moratoria sia finita e non si ripeterà mai più. Ieri rappresentanti dei coloni e della destra militante  hanno detto: ''Abbiamo atteso dieci mesi e da domani mattina riprenderemo a costruire dappertutto''.

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