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Berlusconi pone la fiducia al Senato

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"Da ieri la Camera ha confermato la fiducia al governo con una maggioranza più ampia e articolata" afferma il premier. E per i prossimi tre anni promette una stagione costituente

Tatiana Necchi
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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è arrivato nell'aula del Senato e ha consegnato alla presidenza il discorso tenuto ieri alla Camera, sul quale, dice, "chiedo il voto di fiducia". Poi ha aggiunto: "Da ieri la maggioranza è più forte. È questo il dato politico emerso”. Quindi sintetizza ai senatori i cinque punti del programma di governo, (fisco, sud, sicurezza, giustizia, federalismo), necessari per "completare la legislatura". Maggioranza più amia - "La Camera ha confermato il voto di fiducia al Governo con una maggioranza più ampia e articolata rispetto alla fiducia ottenuta nel 2008. Questo è il vero dato politico emerso dal voto di ieri, non certo confusi calcoli di aritmetica parlamentare che non appassionano il Paese e non credo appassionino affatto gli italiani. La maggioranza è più forte - ha aggiunto Berlusconi - alla Camera il Governo ha ottenuto il consenso di tutti quelli eletti nelle sue file, con pochissime eccezioni personali, e di diversi altri deputati che hanno liberamente ritenuto di prendersi la responsabilità di costruire con noi la stagione delle riforme". Giustizia - Quella che dopo il voto di ieri si può avviare è "una stagione costituente per fare le riforme che servono al Paese". Quello che il Premier vuole attuare è una riforma della giustizia civile e penale ed elenca alcune linee guida come: separazione delle carriere e rafforzamento delle sanzioni per i magistrati che sbagliano. Poi sulla lentezza dei processi, Berlusconi dice: "È una piaga. Il Governo presenterà a breve un piano straordinario per lo smaltimento delle cause civili pendenti". Riforma fiscale – Nel suo discorso il Cav sottolinea come "L'attuazione del federalismo fiscale non comporterà maggiori costi e sarà attuato senza nessun aggravio della pressione fiscale che sarà destinata a diminuire progressivamente". Anzi: vuole una "graduale riduzione delle tasse" per le famiglie e le imprese. Nel particolare per le prime, quelle monoreddito, il Premier sottolinea che "l'obiettivo è quello del quoziente familiare" che si sta già "sperimentando in una rete di comuni, tra cui Roma, con una riduzione delle imposte locali per le famiglie e anche con un sostegno diretto alla libertà di educazione. Il sostegno alla famiglia - ha aggiunto Berlusconi - richiede anche l'approvazione di norme a tutela della vita sulle quali c'è in questo Parlamento un consenso non limitato alle forze di Governo". Sicurezza – Come aveva detto anche nel discorso di ieri, il presidente del Consiglio rilancia la riforma della lotta alla criminalità e all'immigrazione sottolineando anche che "mai nella storia della Repubblica sono stati assestati così tanti colpi alla mafia e alla criminalità organizzata. Sono stati sequestrati beni per 16miliardi". E poi "gli sbarchi dei clandestini sono scesi dai 29mila del 2008-2009 ai 3500 odierni". Il Mezzogiorno – "Dal 2002 al 2009 sul valore delle opere approvato dal Cipe sono stati triplicati gli interventi nel Mezzogiorno. Nei prossimi 3 anni saranno investite nel Mezzogiorno risorse per circa 21miliardi di euro, il 40% degli investimenti complessivi per tutta l'Italia, per raggiungere così nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, un punto sanguinante e una ferita aperta, che abbiamo ereditato in condizioni di scandaloso abbandono e per la quale si sta lavorando da anni". Il Cav ha aggiunto che "entro dicembre sarà pronto il progetto esecutivo del Ponte sullo stretto di Messina" e ha ricordato che l'appalto per quest'opera "era stato affidato una cooperativa di imprese italiane, evitando la partecipazione delle grandi imprese straniere perchè volevamo che quest'opera fosse un orgoglio italiano, ma con l'intervento del governo della sinistra il piano è stato accantonato: cinque anni per costruire, cinque minuti per distruggere". Poi ha ribadito anche al Senato la ferma volontà del Governo di completare l'autostrada Salerno-Reggio Calabria il cui annuncio, ieri alla Camera, ha scatenato le risate ironiche dell'opposizione. Il premier, ha solo aggiunto che è "un punto sanguinante, una ferita aperta" del paese per la quale però "ci sono lavori in corso per sopperire alla carenza di iniziative e lo scandaloso abbandono che si è verificato durante i cinque anni dei Governi della sinistra". Andare avanti - Il Cav ribadisce l'appello ad andare avanti con un governo di legislatura ''Abbiamo il dovere di continuare a governare, anche se non è facile, non è semplice. E tante volte verrebbe veramente la voglia di dire: lasciamo agli altri questo sacrificio''. Ripete prima le parole di ieri alla Camera ma poi aggiunge a braccio: "Per uscire dalla crisi, che non è ancora superata, abbiamo bisogno in questo momento di dare l'idea di uno stato che è governato e non ci siano condizioni che ostacolano" l'azione di governo.    Le difficoltà della politica, spiega il premier, possono portare a "concentrare su di noi l'attenzione della speculazione internazionale" che finora l'Italia ha evitato. I costi degli interessi del debito pubblico potevano aumentare anche per l'Italia se il governo non fosse stato stabile. "Pensate - dice il premier ai senatori - l'Irlanda paga più del 10 per cento di interessi sul debito pubblico". Il leader del Carroccio e ministro delle Riforme, Umberto Bossi, mentre stava entrando in Senato per ascoltare il discorso del Premier sul voto di fiducia, ha risposto ai giornalisti che gli han chiesto se secondo lui si va a elezioni anticipate. Il Senatur scuote la testa in segno di dissenso. Poi a margine del discorso a Palazzo Madama, fa il punto sulla situazione della maggioranza e dice: "Maroni è una persona saggia ma ormai è passata la fiducia, non si vota adesso – prosegue - I finiani sulla carta sono indispensabili ma tutti hanno paura di andare al voto". A chi gli chiede se i finiani siano ormai indispensabili replica: "a fare i numeri pare di si". Il leader della Lega preferisce non rispondere a chi gli chiede se abbia sentito il presidente del Consiglio, dopo il voto di fiducia: "si, l'ho ascoltato nei due discorsi alle Camere - scherza il Senatur - ci siamo sentiti al telefono? Abbiamo detto che andiamo al mare".

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