Ecuador, morti per salvare presidente

Roberto Amaglio

Si alza la temperatura in Ecuador. Il presidente Rafael Correa, che si era presentato sul luogo della protesta nel tentativo di dialogare con i manifestanti, è stato lievemente ferito. Ricoverato in uno ospedale della polizia, è stato sequestrato da agenti in rivolta. Duo uomini sono morti e 37 persone sono rimaste ferite nel blitz dell'esercito per liberarlo. l portavoce della Croce rossa, Fernando Gandarillas aggiunge che almeno 50 sono invece i feriti negli scontri avvenuti ieri tra la polizia e i sostenitori di Correa che tentavano di avvicinarsi all'ospedale. La protesta dei poliziotti e dei militari del Paese è contro il governo che minaccia di togliere tutti i loro privilegi economici. Il 29 settembre era stata approvata una legge che aboliva gli incentivi professionali. In pratica, la normativa, dovrebbe limitare fortemente l’emissione di bonus e riconoscimenti per gli agenti che fanno carriera e ottengono promozioni. In più, aumenterebbe l'intervallo minimo necessario per la promozione al grado superiore, che passerebbe da cinque a sette anni. Una prospettiva che ha scatenato lo sdegno e la rabbia di una delle caste più forti, numerose e influenti del Paese: quella dei militari. Oltre un centinaio di manifestanti ieri hanno bloccato una pista dell’aeroporto della capitale, Quito, e l’autostrada di accesso allo scalo della capitale.  Il premier aveva ripetuto: "Non farò alcun passo indietro: se volete occupare le caserme, se volete lasciare i cittadini indifesi, se volete tradire la vostra missione, fatelo, se volete tradire la patria, fatelo, ma questo Presidente non cederà". La denuncia di Madrid - Il governo spagnolo ha denunciato "un tentativo di golpe" in atto in Ecuador e condanna "fermamente qualsiasi rottura della legalità costituzionale e reitera il suo appoggio al governo legittimo e alle istituzioni democratiche del Paese".