Il cdr di Libero: non è il gesto di un folle
I giornalisti esprimono solidarietà al direttore. "Odio politico che ricorda tragicamente altre epoche non troppo lontane"
Ieri notte un uomo armato di pistola ha cercato di aggredire il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Solo quest'anno è la seconda volta che qualcuno attenta all'incolumità del nostro direttore e risulta difficile pensare, come di certo qualcuno farà, al gesto isolato di un folle. Solo quest'anno è la seconda volta che qualcuno attenta all'incolumità del nostro direttore Quanto successo sembra piuttosto il frutto maturo di una ideologia di violenza e di odio che mette nel mirino chiunque provi a distaccarsi da un'idea dominante e precostituita di verità e giustizia. Da troppo tempo nel nostro Paese si alimentano processi pubblici nelle piazze e in televisione ai danni di chi non rappresenta quella che sempre più appare come la “casta dei giusti”: da una parte i politici del popolo, dall'altra i cattivi; da una parte i sindacalisti democratici, dall'altra quelli asserviti; da una parte i giornalisti impegnati, dall'altra quelli prezzolati. Uno schema facile e violento i cui risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti e dei quali anche i giornalisti di Libero, come molti altri colleghi, pagano e hanno pagato il prezzo. Il Cdr di Libero, perciò, esprime la sua solidarietà e la più affettuosa vicinanza a Maurizio Belpietro e si augura che questo ennesimo episodio serva almeno a risvegliare in tutti quel senso di responsabilità ed equilibrio strangolato da un odio politico che ricorda, tragicamente, altre epoche non troppo lontane. Il Cdr di Libero