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Mondiale di ciclismo, oro per Giorgia Bronzini

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Grande prova della squadra azzurra con l'affermazione allo sprint della ventisettenne. Domani i pro

Albina Perri
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Il titolo mondiale di ciclismo donne rimane in Italia. Il terzo trionfo negli ultimi quattro anni nella prova in linea arriva grazie alla volata poderosa, un pò alla Cipollini, di quella Giorgia Bronzini che non avrà la stazza fisica di Supermario (è alta 1.60 per 53 chili) ma nello sprint è ugualmente efficace. Così vince su strada ciò che aveva già raccolto altrove: infatti l'azzurra aveva indossato la maglia iridata anche in pista, avendo vinto l'anno scorso il Mondiale della corsa a punti (e due Coppe del Mondo di questa specialità). La guardia forestale piacentina batte allo sprint l'olandese Marianne Vos, l'eterna seconda, visto che è alla quarta medaglia d'argento (ma nel 2006 riuscì a vincere l'oro), al termine di una gara che non ha fatto troppa selezione: il gruppo delle migliori è arrivato compatto per la volata che ha assegnato il titolo, risoltasi a favore dell'azzurra. Subito dopo la corsa la Bronzini ha voluto dedicare la sua impresa alla memoria del ct degli uomini Franco Ballerini, scomparso nel febbraio scorso durante un rally automobilistico, ed all'amica e compagna di nazionale Marina Romoli, «che sta lottando per tornare a camminare». Dedica - Mesi fa la Romoli, 22 anni ed un futuro che sembrava molto promettente, venne travolta da un'auto che le tagliò la strada all'improvviso mentre si stava allenando assieme a due colleghi maschi. Fu lei ad avere la peggio, ed è tuttora in riabilitazione. Dopo il trionfo iridato di Geelong la Bronzini ha fatto per lei il gesto del cuore, "alla Pato". «Non mi rendo ancora conto di ciò che ho fatto - ha commentato la neo-campionessa del mondo -. La mia è una vittoria per Franco Ballerini e per tutte le ragazze della nazionale italiana. Quest'anno ho avuto alti e bassi, ma volevo far vedere che ero ancora io. Nel finale ci siamo parlate, Tatiana Guderzo (la campionessa uscente n.d.r.) e Noemi Cantele hanno lavorato per me, e sono state stupende. È stato fantastico: ho detto alle mie compagne che stavo bene e in volata quando è partita la Vos ho capito che avrei vinto. È stata la volata più bella della mia vita, le mie compagne hanno creduto in me fino all'ultimo, ho sofferto moltissimo sulla salita e io le ho ripagate. A Marina Romoli dico di non mollare, perchè siamo tutte con lei». La gara - Come nella prova degli Under 23, il tracciato di Melbourne non ha fatto troppa selezione. Dopo le prime fasi con la fuga da lontano dell'americana  Curi Mattis, la corsa entrava nel vivo al sesto giro, con il forcing delle olandesi e l'attacco in salita della Vos, seguita dalla Guderzo e dalla Cantele. Protagoniste anche e Judith Arndt e Nicole Cooke, la campionessa olimpica di Pechino. Tuttavia il gruppo non è esploso. E qui il tecnico Edoardo Salvoldi ha deciso di cambiare strategia, affidandosi alla sprinter Giorgia Bronzini. Scelta che sul traguardo si è rivelata felice: sul rettilineo d'arrivo, infatti, il drappello di testa è stato regolato proprio dall'atleta azzurra. In vista di domani - Domani grande chiusura della rassegna iridata con la prova dei professionisti. A tal proposito è utile analizzare l'andamento delle due gare in linea fin qui disputate: quella degli Under e quella delle donne. In entrambe le occasioni si è capito come per sgranare il gruppo servono dei cambi di ritmo violenti, non solo negli ultimi giri. Serve insomma dare continuità all'azione, soprattutto nel tratto che collega le due salite e il successivo falsopiano. Per farlo, però, dovranno muoversi tanti corridori: gli attacchi individuali, infatti, non basteranno. Insomma non si dovranno ripetere gli errori di Madrid e confidare che anche la Russia (Kolobnev),  il Belgio (Gilbert) e pure la Svizzera (Cancellara) si prendano le loro responsabilità. Se così non sarà, uno sprint tra una quarantina di corridori e il quarto titolo mondiale dello spagnolo Freire potrebbe diventare ben più di un pronostico azzardato.

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