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Ciarrapico agli ebrei: "Non lascio, ce l'avevo con Fini"

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La comunità ebraica italiana aveva espresso rabbia e sconforto per le parole del senatore e il silenzio dell'aula

Eleonora Crisafulli
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"In Senato ho parlato di tradimento di Fini che prima ostentava il saluto fascista e poi è andato in Israele a definire il fascismo il male assoluto, e per dire tutto questo si è messo la kippah. Ecco, quel riferimento alla kippah era per questa ragione. Tutta questa faccenda è alimentata dal signor Fini e dai suoi servetti". Così il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico giustifica l'intervento di giovedì scorso a Palazzo Madama, rispondendo alla comunità ebraica e scongiurando l'ipotesi di sue prossime dimissioni. "Ho un grande rispetto per il popolo israeliano e lo stesso sentimento nutro per chi professa la religione ebraica. Lo dimostrano il mio lavoro di editore e le mie visite in Israele in tempi lontani", spiega Ciarrapico in un'intervista al Corriere. "Mi onoro, con la mia famiglia, di aver ospitato, nascosto, protetto e quindi salvato durante la guerra una nota famiglia ebraica romana, la famiglia Werner. Per questo parlo di ignobile speculazione. Adesso spero che questa commedia finisca". Ieri in una nota il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, aveva espresso un comune sentire scrivendo: "Gli ebrei italiani nel vedere ed ascoltare l'esternazione del senatore Ciarrapico hanno provato rabbia e sconforto. Ciarrapico non ha sorpreso perché tutti sanno che egli si è limitato, in un momento di sincerità, a dire ciò che ha sempre pensato degli ebrei, coerentemente con la sua formazione e la sua mentalità. Lo sconforto è nato da ciò che si è potuto cogliere intorno a lui: sorrisi, consenso, evidente soddisfazione di altri senatori che si compiacevano del fatto che qualcuno trovasse il coraggio di sfidare la correttezza politica e di ingiuriare nuovamente gli ebrei". E ancora: "Nessuno dei presenti ha avuto la sensibilità, l'intelligenza e la prontezza per reagire, come sarebbe stato necessario, per tutelare soprattutto la dignità e l'onorabilità del Senato. Così all'incomprensibile silenzio del Presidente dell'Aula, si è aggiunta la replica del Presidente del Consiglio che non ha colto la gravità delle affermazioni di Ciarrapico e ha risposto in maniera assolutoria alle offese agli ebrei rinnovando la sua amicizia allo Stato di Israele, cioè confondendo due diverse entità". Gattegna aveva quindi concluso: "È sconfortante dover verificare l'alto prezzo che le istituzioni stanno pagando per il grave errore commesso da chi ha proposto e sostenuto l'elezione di una persona che si è sempre rivelata pronta a calpestare i valori fondamentali dello stato democratico. Siamo in attesa di vedere se il Presidente del Senato e il Presidente del Consiglio adotteranno provvedimenti diretti a sanzionare quella grave offesa che è stata rivolta non solo agli ebrei ma alle Istituzioni nazionali, soprattutto per evitare che simili episodi si possano ripetere". Espulsione - Più duro Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità ebraica milanese e presidente dei Giovani ebrei, che ha chiesto al presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri,  di espellere Ciarrapico: "L'espulsione - ha spiegato Nahum - è un atto dovuto perché in quelle parole sono palesi comportamenti antisemiti che devono essere puniti. Soprattutto in un partito che rappresenta la maggioranza degli italiani. Se così non fosse, vorrebbe dire che il Pdl giustifica quelle parole antisemite". Immediata la replica di Gasparri: "Valuteremo le diverse posizioni, sicuramente ne discuteremo", ma "personalmente credo che Ciarrapico abbia chiarito il suo pensiero e il senso della sua battuta, che è stata un autentico errore".

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