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Romani nuovo ministro allo sviluppo economico

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Dopo 153 giorni di interim di Berlusconi, il vice di Scajola ha giurato da Napolitano. Casini sarcastico: "Preferivo Confalonieri". La Lega chiede un vertice di maggioranza: fissato per mercoledì

Roberto Amaglio
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Dopo cinque mesi di tira e molla e di un Interim contestato a più riprese dalle opposizioni, questa sera alle ore 19 Paolo Romani, già viceministro, è stato nominato ministro dello Sviluppo economico. Nella sala della Pendola del Quirinale, infatti, Paolo Romani ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla presenza del premier Silvio Berlusconi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Nomina scontata - Del resto il nome dell'ormai ex vice Ministro allo Sviluppo Economico circolava negli ambienti parlamentari già da tempo, anzi, ogni volta che il Premier affermava di essere prossimo a lasciare la presidenza del ministero di via Molise, i giornalisti individuavano proprio in Romani il prescelto. Questa però era la volta buona, anche perché proprio oggi il Parlamento ha iniziato la discussione della mozione di sfiducia presentata dall'Idv e dal Pd sull'interim di Berlusconi. Liberarsi dall'incarico rivestito per sei mesi potrebbe essere un elegante modo per eliminare la scomoda discussione. Curriculum di Romani - Nato a Milano nel settembre del 1947, Romani segue un percorso simile a quello di Berlusconi, muovendo i suoi primi passi imprenditoriali nel mondo delle prime tv private. Dopo il suo esordio alla guida di TeleLivorno, nel 1976 Romani torna nella città natale trovando posto nel direttivo di TeleMilano (l'antenata di Canale 5). Varata Lombardia 7, Romani si defilerà poi dal piccolo schermo nel 1995, un anno dopo il suo ingresso in politica nelle file di Forza Italia. Da allora incarichi legati alle riforme sul sistema radiotelevisivo, un posto nella Bicamerale per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, la nomina del 2005 come Sottosegretario per le comunicazioni e, dal 2008, la promozione a Vice Ministro allo sviluppo economico. Con ogni probabilità questa sera arriverà anche la promozione. Funzioni - I primi appuntamenti sull'agenda di Paolo Romani non sono certo agevoli. Si va dalla Fiat ai 170 tavoli di crisi aziendali che vedono coinvolti circa mila lavoratori, dal nucleare alla banda larga, passando all'assegnazione delle frequenze del multiplex digitale. Ovviamente il tema scottante è quello dell'industria e dell'occupazione, con la vicenda Termini Imerese a tenere banco. Senza dimenticare i tavoli che riguardano la Antonio Merloni, la Burani, la Legler, la Vinyls, la Caffaro, la Indesit, l'Itierre. Romani dovrà anche portare avanti la nomina dei vertici della commissione per il ritorno al nucleare (tra i candidati Umberto Veronesi), da quattro mesi al palo, e portare avanti il quadro delle infrastrutture in banda larga per colmare il digital divide, funzione questa che comprende anche la possibilità di scegliere a chi affidare le frequenze del multiplex digitale. Reazioni - La nomina di Romani, però, spaccherà sicuramente il mondo politico. Favorevole l'MSE e Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione Europea con delega all'Industria. "Conoscendo la persona posso solo dire che è un uomo di valore, ha collaborato sempre in maniera molto postiva con le istituzioni comunitarie. E' l'uomo giusto". Il Pd, invece, ha già fatto capire che non era favorevole alla nomina di Romani, accusato di avere un palese conflitto d'interessi con le aziende televisive del Cavaliere. "Speriamo che nomini persone che non abbiano nessun tipo di conflitto di interessi in un settore così delicato che è quello che più di tutti ha a che fare con le imprese del premier", ha affermato Dario Franceschini a Sky. Non lesina una frecciata satirica nemmeno Pier Ferdinando Casini (Udc). "Avrei preferito Confalonieri: sia per la sua conoscenza del mondo dell'impresa, sia per la sua conoscenza del mondo televisivo". Pressing della Lega per le elezioni -  La Lega l'ha detto chiaro e tondo: non intende farsi logorare dai finiani. Piuttosto che un tira e molla di mesi, meglio le elezioni subito. Per questo è stato convocato per dopo domani un vertice di maggioranza. "Su richiesta degli amici della Lega è convocato per mercoledì un incontro tra i presidenti dei gruppi di Camera e Senato che hanno votato la fiducia al governo Berlusconi (Pdl, Lega, Fli, Noi Sud) per esaminare le più rilevanti questioni riguardanti i lavori parlamentari di Camera e Senato" ha detto il presidente del gruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.

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