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Doppiopesismo sul premio a Edwards

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di Filippo Facci

carlotta mariani
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Prendete i giornali di tutto il mondo e guardate quanti abbiano titolato sull'attacco del Vaticano al premio Nobel. Risposta: nessuno, o meglio soltanto quelli italiani, intrisi come sono di provincialismo baciapile e della convinzione residuale che il pensiero d'oltretevere abbia poi tutta questa importanza. Parentesi: tra questi giornali c'è Repubblica, che a seconda dei giorni esalta il Vaticano in chiave anti-berlusconiana oppure lo esecra come in questo caso. La notizia, comunque, era un'altra e ben più rilevante: hanno finalmente dato il premio Nobel al padre della fecondazione in provetta, e cioè a un medico che ha permesso la nascita di 4 milioni di bambini da coppie non fertili - altro che movimento per la vita - oltre ad aver permesso che non si trasmettessero le malattie genetiche a beneficio di altri milioni di bambini sani. Questo nell'arco di trent'anni: e c'è da chiedersi, semmai, perché il Premio sia arrivato in ritardo di una generazione: altro che intravedervi un ridicolo espediente «per far arrabbiare la Chiesa» o addirittura «una scelta politica e di schieramento» come ha scritto Luigi Santambrogio su Libero di ieri, forse persuaso a sua volta che alla comunità scientifica e alla borghesia occidentale gliene freghi qualcosa delle posizioni porporali su questo e su quello. È un po' come - altra parentesi - il finto dibattito tra evoluzionisti e creazionisti: esiste solo in Italia e in qualche avamposto statunitense che sconfina nella superstizione. Ma a parte questo: la posizione del neo-oscurantismo vaticano e degli ultracattolici militanti (ieri Libero ne offriva un ventaglio pressoché esclusivo, purtroppo) in sostanza si oppone al neo Premio Nobel in virtù di una dottrina religiosa che di scientifico non ha nulla: per far nascere un bambino in provetta partendo da un embrione, recita, occorre sacrificare altri embrioni - che tali resterebbero - ai quali la Chiesa riconosce gli stessi diritti dei bambini effettivamente nati, anzi, «la stessa dignità della persona»; e questo, a loro dire, è assassinio o comunque feticidio. Fosse per loro, quei 4 milioni di bambini non dovrebbero esistere, a vantaggio di altri milioni di embrioni concettualmente sparpagliati nell'universo. Chi non ha il coraggio di sostenere posizioni così ideologiche tende magari a prendersela col successivo uso degli embrioni a scopo di ricerca, o, ancora, con le inquietanti fecondazioni in vitro che un giorno permetteranno di programmare figli su misura: tutta roba che, comunque la si pensi,  non c'entra comunque nulla con Robert Edwards, un 85enne che meriterebbe lo stesso discorso che vale per Alfred Nobel: fu lo scienziato che ideò la dinamite - oltre a essere l'istitutore del Premio omonimo - ma gli usi alternativi della sua invenzione, tipo fare attentati o scassinare banche, certo non diminuirono l'importanza della sua scoperta. Più in sintesi: sarebbe come condannare Einstein perché dai suoi studi si è arrivati anche alla bomba di Hiroshima. Sarebbe comunque ingeneroso confinare al Vaticano e a certo associazionismo religioso tutti i dubbi sulla fecondazione in vitro. Con loro, infatti, caso unico in Occidente, c'è anche un centrodestra ansioso di accondiscendere ai diktat della Chiesa. La nostra Legge 40 del 2004, infatti,  obbliga l'impianto di tutti gli embrioni (anche quelli potenzialmente malati) e vieta le cosiddette fecondazione eterologa e crio-conservazione, assurdità che favoriscono la trasmissione di alcune malattie genetiche. Solo alcune sacrosante sentenze (Tar nel 2008, Consulta nel 2009) hanno parzialmente smontato questa Legge - ripeto - unica al mondo, uno dei tanti casi cioè in cui la politica ha lasciato dolosamente scoperto uno spazio in cui la Magistratura non ha potuto non infilarsi. Resta però vietato, in Italia, donare semi e ovuli per chi abbia per esempio un compagno sterile o una donna colpita da menopausa precoce, e risultato: vanno tutti all'estero e spendono fior di soldi, relegando la possibilità di avere un figlio a una questione di censo. In sintesi: vanno tutti in Svizzera, ma almeno il Vaticano è contento. Sintesi bis: milioni di coppie hanno potuto avere figli sani che non potevano avere per via naturale, e di questo il Vaticano non è contento.

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