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Caso Marcegaglia, Libero pubblica il dossier

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In edicola un'inchiesta sulla leader degli industriali. Lei giura: "Le intercettazioni non fermeranno il mio mandato". Solidarietà a Emma anche da Fini

Eleonora Crisafulli
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Proseguono le indagini dei pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock sul presunto dossier preparato da Il Giornale contro Emma Marcegaglia. In attesa di nuovi riscontri, intanto Libero pubblica un'inchiesta (che diventa un "dossier"  se confezionata da giornali di centrodestra) proprio sulla leader degli industriali. Un dossier che lascerà a bocca aperta soprattutto i lettori della stampa di sinistra. Emma, alla notizia della pubblicazione del dossier, non si è scomposta. Anzi, ha ostentato sicurezza. E ha giurato "Io andrò avanti, forte e determinata, non saranno intercettazioni o frasi che fermeranno il mio mandato".  La presidente di Confindustria ha ricevuto, in giornata, la solidarietà di Fini. lL presidente della Camera ha voluto telefonare alla signora per esprimerle vicinanza viste le pressioni esercitate dai vertici del Giornale nei suoi confronti. Solidarietà anche dal Comitato di Presidenza di Confindustria,  che in una nota "esprime la propria vicinanza e alla presidente" e descrive la Marcegaglia come "una donna seria, competente e coraggiosa, che presta le sue capacità al servizio degli interessi dell'imprenditoria italiana e di quelli più generali del Paese". Confalonieri dai pm - I magistrati di Napoli hanno fatto sapere che nei prossimi giorni convocheranno il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri in qualità di persona informate sui fatti. Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti la leader degli industriali si rivolse a Confalonieri per bloccare la pubblicazione del dossier.  Da parte sua, il presidente Mediaset ha dichiarato oggi, a margine di un convegno, che "la versione di Feltri è verità. Anche quella della Marcegaglia". La versione di Sallusti - Stamani il direttore Alessandro Sallusti, indagato insieme al vice Nicola Porro, ha dato la sua versione dei fatti in un'intervista a Maurizio Belpietro per Mattino 5: "Ho difeso il mio giornale dalle accuse della Marcegaglia" e "sono venuto a sapere che il mio telefono era intecettato da due procure... Io - racconta Sallusti - ho scritto un articolo il giorno prima dove difendevo il Giornale dalle accuse della Marcegaglia. In questo pezzo dico alla Marcegaglia solo che pensi a fare bene il suo lavoro, mentre io penso a fare il mio. Sono due mesi che il presidente Schifani dice ogni giorno in tutte le sedi pubbliche di sentirsi minacciato dall'inchiesta de Il Fatto Quotidiano. Questo giornale da due mesi sostiene che il presidente del Senato sia mafioso. Ma qualcuno è andato a perquisire la sede de Il Fatto? Mi auguro che ciò non avvenga, ma non capisco perché se Schifani si sente minacciato non succede nulla, mentre per la Marcegaglia vengono a perquisirci". Sallusti rivela: "Forse la cosa che ha fatto arrabbiare Woodcock è che ho saputo che ci sono due procure che stanno indagando su di noi, una è quella di Napoli, mentre l'altra è una procura del Nord. Non so perché indaghino, ma credo proprio, temo, che se ho indovinato la prima immagino che ci sarà un'altra inchiesta". Sallusti ha raccontato: "E' successo un semplice fatto: si sono sentiti l'addetto stampa della Marcegaglia, che ha da anni un rapporto confidenziale con Porro, e il nostro vice direttore gli ha fatto una battuta, che lui non prese come tale e la riferì alla Marcegaglia. Ma il presidente di Confindustria non fece nulla, non andò a denunciarci. Il fatto è che quella battuta è stata intercettata da Woodcock. La notizia, semmai, è che Woodcock stava o sta indagando su Confindustria o sulla Marcegaglia e noi siamo finiti nel mezzo. E questo magistrato quando sente dei giornalisti o delle persone famose parlare di solito non riesce a trattenersi. Tant'è vero che ha mandato in galera o sotto processo decine di persone famose e semifamose, poi la stragrande maggioranza, come dimostrano i dati statistici, sono state assolte per non aver commesso il fatto". Inoltre, dopo polemiche, perquisizioni, minacce e querele, alla fine il Giornale pubblicherà parte del presunto "dossier" sulla Marcegaglia. Le perquisizioni - Ieri, su ordinanza dei pm Piscitelli e Woodcock, sono state perquisite la sede milanese de Il Giornale e le abitazioni di alcuni giornalisti. In particolare gli agenti del Nucleo operativo ecologico sono entrati negli uffici e nelle abitazioni del direttore Alessandro Sallusti e del vice direttore Nicola Porro. L'indagine è scaturita dalle intercettazioni effettuate per una diversa inchiesta dei magistrati partenopei. Dalle conversazioni e da un sms sarebbe emersa l'intenzione di una campagna di stampa nei confronti della Marcegaglia, dopo che l'imprenditrice aveva formulato critiche nei confronti del Governo in alcune sue dichiarazioni. Indagati - L'ipotesi di reato formulata dai magistrati nei confronti di Sallutasti e Porro è di concorso in violenza privata. I carabinieri hanno cercato file e documenti che provassero l'attività di dossieraggio. Intendono approfondire le conversazioni tra i due giornalisti e il segretario della Marcegaglia relative a insistenze affinché la leader degli industriali "correggesse" alcune dichiarazioni forti contro l'azione del governo, minacciando la pubblicazione di notizie che la danneggiavano. Emma Marcegaglia, interrogata dai pm il 5 ottobre in qualità di "persona informata dei fatti", ha riferito che aveva fiutato il pericolo. "Dopo il racconto che Arpisella mi fece ho sicuramente percepito l'avvertimento come un rischio reale e concreto per la mia persona e per la mia immagine. Tanto reale e concreto che effettivamente ci mettemmo, anzi mi misi personalmente, in contatto con Confalonieri. Il Giornale e il suo giornalista hanno tentato di costringermi a cambiare il mio atteggiamento nei confronti del Giornale stesso concedendo interviste che, per la verità, io sul Giornale almeno recentemente non avevo fatto". Feltri - La perquisizione suscita subito le contestazioni di politici e giornalisti. Primi tra tutti i diretti interessati. Così Vittorio Feltri ha commentato: "C'è un clima un po' particolare che si è creato negli ultimi tempi. Siccome non abbiamo fatto niente di strano non riesco a capire da cosa parta l'ordine di perquisizione e tutto il resto. C'è questo fatto della Marcegaglia, ma mi sembra tutto una sciocchezza. Non abbiamo mai avuto problemi con Emma Marcegaglia, nemmeno quando lei dichiarò che su Fini e sulla casa di Montecarlo stavamo esagerando. Io personalmente - continua Feltri - sono amico della signora Marcegaglia, ricordo che due settimane fa dichiarò che avremmo dovuto smettere di occuparci delle questioni immobiliari del Presidente della Camera e in quella circostanza le rispondemmo a tono sul giornale. Ma questo rientra nella polemica che accompagna qualsiasi iniziativa giornalistica". Sallusti querela il procuratore - Sallusti ha dato mandato di querelare il procuratore di Napoli, Giandomenico Lepore, per diffamazione con grave danno alla propria reputazione e immagine, in merito alla dichiarazioni rilasciate dal magistrato. "Non ho mai fatto - ha detto Sallusti - o ricevuto alcuna telefonata, messaggio o e-mail sull'argomento in questione, non ho mai parlato in vita mia con il presidente Marcegaglia, con il suo assistente Rinaldo Arpisella, del quale ho appreso solo oggi l'esistenza, né con persone riconducibili allo staff del presidente di Confindustria". Durante la conferenza stampa, Sallusti ha aggiunto "Ho un sospetto, che Woodcock sia irritato con noi perché abbiamo pubblicato un articolo su di lui dal titolo Il pm delle cause perse dopo l'assoluzione di Vittorio Emanuele, e perché, ancora una volta, intravede vip e pseudo-vip, dato che io Porro siamo sempre in televisione".   Le proteste - Protesta anche la Federazione nazionale della Stampa: "Suscita grave inquietudine quanto sta accadendo in queste ore al Giornale, sottoposto per ordine della procura di Napoli a verifiche e sequestri di documenti e materiali di lavoro del direttore e di altri giornalisti", ha dichiarato il segretario Franco Siddi. "Pur nel rispetto del lavoro dei magistrati e in attesa di un rapido chiarimento su tutta la vicenda, non vorremmo - ha spiegato Siddi - che gli interventi in atto assumessero i caratteri del controllo preventivo sulla stampa. Per l'informazione sono momenti molto delicati, perché stanno comparendo sulle tracce del suo lavoro troppi pozzi avvelenati". Il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto incalza: "Vediamo che la Procura di Napoli sta dando il suo contributo alla libertà di stampa perquisendo il Giornale ed alcuni giornalisti. Siamo molto curiosi di vedere le reazioni di coloro che sono mobilitati per il disegno di legge sulle intercettazioni. Siamo ancor più curiosi di capire le ragioni e le conseguenze di una iniziativa che ha aspetti devastanti".

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