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Sakineh: arrestati il figlio, il legale e due reporter tedeschi

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Fermati per un'intervista ai giornalisti arrivati nel Paese come turisti. La Merkel chiede il rilascio

Eleonora Crisafulli
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Il figlio e l'avvocato di Sakineh, la donna iraniana che rischia una condanna per lapidazione, sono stati arrestati dagli agenti dell'intelligence. A rivelarlo è il sito dell'opposizione Iranpressnews, secondo cui Sajjad Qaderzadeh e Javid Hutan Kian sono stati prelevati dallo studio dell'avvocato a Tabriz, mentre stavano rilasciando un'intervista a due giornalisti tedeschi. La notizia è stata confermata anche da Taher Djafarizad, responsabile dell'organizzazione Neda Day per la difesa dei diritti umani in Iran. "Ho parlato alcuni minuti fa con alcuni amici di Sajajd - ha detto all'agenzia Aki - che mi hanno riferito del suo arresto e di quello dell'avvocato. Sono stati fermati inoltre due giornalisti tedeschi che stavano intervistando Sajjad". Il procuratore generale Gholamhossein Mohseni-Ejei ha riferito che questi due individui non sono giornalisti e che, anche se lo fossero, non hanno i documenti necessari per dimostrarlo". Un arresto che ha scosso anche l'opinione pubblica tedesca, tanto che la cancelliera Angela Merkel ha assicurato che il governo sta facendo ilpossibile per ottenere la loro scarcerazione. Il blitz - Nei momenti concitati del blitz uno dei due giornalisti era al telefono con Mina Ahadi, portavoce del Comitato Internazionale contro la Lapidazione e la Pena di Morte. E' stato lo stesso Mina Ahadi a raccontare che il giornalista ha interrotto bruscamente la comunicazione quando le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nell'ufficio. Da qual momento Ahadi ha tentato inutilemente di rimettersi in contatto con loro". I cellulari di Sajjad, Hutan Kian, e dei due giornalisti tedeschi risultano irraggiungibili. Le autorità iraniane hanno confermato solo l'arresto dei due cittadini tedeschi, che attualmente sarebbero in custodia: "Le indagini preliminari mostrano che queste persone erano entrate nel Paese come turisti", ha affermato il procuratore generale Gholam Hossein Mohseni Ejeie. La Farnesina ha fatto sapere di aver allertato i rappresentanti diplomatici in loco per cercare di saperne di più. Espulso un giornalista - Intanto il governo di Teheran ha deciso di espellere il corrispondente di El Pais Angeles Espinosa, in prima linea nella campagna mediatica a difesa di Sakineh. Espinosa era già stato arrestato a Qom nel luglio scorso dopo un'intervista a Ahmad Montazeri, il figlio dell'ayatollah dissidente morto lo scorso anno. Bernard-Henry Levy, il filosofo francese, ha definito gli arresti "un errore irreparabile del regime. Non posso credere alle notizie provenienti dall'Iran. Non posso credere che il regime sia talmente incerto del suo dossier, abbia tanta paura di vedere la verità (vale a dire l'innocenza di Sakineh) che il semplice fatto di concedere un'intervista a due giornalisti tedeschi abbia motivato il blitz". E poi ha concluso: "E' difficile immaginare quali contorsioni intellettuali la giustizia iraniana fornirà per giustificare un atto così estremo e arbitrario". Meno di una settimana fa i figli di Sakineh avevano chiesto asilo politico al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

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