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Camorra, 25 fermi. Anche un calciatore

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Sono tutti legati a clan camorristici. Con loro un attaccante dell'Avellino, una avvocatessa e la moglie di un finanziere

carlotta mariani
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Nella notte sono state fermate 25 persone ritenute affiliate o fiancheggiatori dei clan camorristici D'Alessandro e Afeltra-Di Martino. Tra questo c'è l'attaccante dell'Avellino Cristian Biancone, 33 anni. È accusato di aver truccato la partita del Sorrento (la sua ex squadra) contro la Juve Stabia il 5 aprile del 2009. Il clan dei D'Alessandro gestivano il giro di scommesse clandestine dell'incontro. Secondo l'accusa, Biancone convinse anche il portiere Vitangelo Spadavecchia a falsare il risultato in cambio di 25 mila euro. Al momento dell'arresto, questa mattina, l'attaccante era senza contratto calcistico per una serie di infortuni. Quello con l'Avellino si era sciolto alla fine dell'ultima stagione. Nel corso dell'operazione sono state fermate anche un'avvocatessa e la moglie di un finanziere. Le 25 persone sono tutte ricercate per associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata all'elusione delle misure di prevenzione patrimoniale, esercizio di scommesse clandestine, usura, estorsione e riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Le indagini sono iniziate nel 2008. I carabinieri, in due anni, sono riusciti a ricostruire gli organigrammi dei clam e a individuare i lodo canali di arricchimento attraverso l'usura e le estorsioni grazie a prestanome, centri di scommesse e un sito internet. I D'Alessandro avrebbero anche progettato un attentato con un'autobomba per eliminare il pregiudicato rivale Carmine D'Antuono che si era trasferito nella zona di Pescara dove aveva una pizzeria e un vivaio. Il progetto andò in fumo perché l'ordigno risultò difettoso. L'uomo venne poi assassinato a Gragnano (Na) il 28 agosto 2008, insieme a Federico Donnarumma da Catello Romano, reo confesso dell'omicidio del consigliere comunale di Castellammare Gino Tommasino.

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