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Camera nega autorizzazione a procedere per Lunardi

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L'ex Ministro delle Infrastrutture è indagato a Napoli per corruzione: 292 sì, 254 no

domenico d'alessandro
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L'Aula della Camera ha salvato Pietro Lunardi, ex Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, oggi deputato del Popolo della libertà, restituendo gli atti sull'inchiesta che lo vede imputato. Lunardi è indagato a Napoli per corruzione (insieme all'arcivescovo del capoluogo partenopeo Crescenzio Sepe): è accusato di aver acquistato nel 2004, da Propaganda Fide, un intero palazzo di cinque piani in via dei Prefetti a Roma. Per lui si sarebbe raggiunto l'accordo - grazie alla mediazione di Angelo Balducci - su un prezzo di favore: 3 milioni di euro per un immobile valutato almeno 8 milioni. In cambio Lunardi avrebbe concesso un finanziamento pubblico da 2,5 milioni per la realizzazione di un museo nella sede della "Congregatio pro gentium evangelizatione" in Piazza di Spagna, a Roma. All'epoca in cui si sarebbero svolti i fatti, Lunardi era Ministro. A Montecitorio i sì sono stati 292, mentre i no sono stati 254. Due gli astenuti. Il voto contrario è giunto da Pd, Idv e Udc, mentre Pdl, Lega e Fli hanno votato a favore. Si sono astenuti i deputati centristi Buttiglione e Tassone. E' stato così approvato il parere della Giunta per le Autorizzazioni che stabiliva la restituzione degli atti al collegio per i reati ministeriali del Tribunale di Perugia. Motivazione - E' stato lo stesso relatore di maggioranza, Giuseppe Consolo, a spiegare che "è impossibile per la giunta e la Camera prendere in considerazione questa richiesta senza poter analizzare la condotta di entrambi i presunti concorrenti di questo episodio, vale a dire"corrotto e corruttore". Incassa con soddisfazione il niet della Camera Pietro Lunardi. "Oggi è stato fatto un primo passo importante per fare chiarezza", è stato il primo commento di Pietro Lunardi subito dopo il voto della Camera.

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