Rai, deficit alle stelle. Fli: "Privatizzazione subito"
Debito a 600 milioni entro il 2012, al vaglio ipotesi di vendita degli immobili di viale Mazzini
Una polemica al giorno per Mamma Rai. Oggi non fanno discutere i suoi conduttori, giornalisti o ospiti. A conquistare le prime pagine dei quotidiani - "Corriere della sera" su tutti - è la situazione economica della tv pubblica italiana. Con dei dati che sono più che allarmanti: nel 2012 il deficit potrebbe essere di 600 milioni, ossia superiore al capitale sociale (che è pari a 550 milioni). Con la raccolta pubblicitaria che non porta i risultati sperati, è allo studio anche l'ipotesi della vendita di alcuni immobili. Le più in bilico sarebbero le sedi di viale Mazzini, via Teulada e via Asiago, che traslocherebbero a Saxa Rubra (la quale, a sua volta, a questo punto dovrebbe allargarsi con una Saxa 2). Con dati così negativi per la Rai, e un futuro che non si preannuncia affatto roseo, molte voci politiche tornano a proporre il tormentone privatizzazione. Lo fanno soprattutto i finiani di Futuro e libertà, che con Benedetto Della Vedova affermano: "Per la Rai aumentano gli ascolti e diminuisce la raccolta pubblicitaria, a vantaggio dei concorrenti: basterebbe questo a certificare il fallimento gestionale dell'azienda. Le mosse recenti ai piani alti di Viale Mazzini assomigliano sempre più ai balli nelle ultime ore del Titanic. A meno che non si voglia pensare ad irrealistiche ricapitalizzazioni a spese del contribuente, o magari all'inasprimento del canone, è evidente la necessità di discutere subito della privatizzazione della Rai, prima che si materializzi lo spettro di una nuova Alitalia". Il Partito democratico, tramite Giorgio Merlo (vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai), si mostra però fortemente contrario alla vendita ai privati.