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P3, Marra lascia la poltrona

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Secondo le intercettazioni, Lombardi aveva fatto pressioni per farlo nominare presidente della Corte d'Appello di Milano

carlotta mariani
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Alfonso Marra, il presidente della Corte d'Appello di Milano si è dimesso dalla magistratura. "Non sono mai venuto meno ai miei doveri" è quanto scrive nella lettera di congedo. Proprio oggi, al Csm, il magistrato avrebbe dovuto rispondere alle accuse che gli venivano mosse nell'ambito di una procedura di trasferimento d'ufficio. Il procedimento era stato aperto quando Marra era comparso nelle carte della procura di Roma che indaga sulla P3. Ad agosto l'ormai ex presidente era stato sentito come testimone. Secondo le intercettazioni, uno dei componenti della ‘Loggia', Pasquale Lombardi, aveva fatto pressioni per favorire la nomina del magistrato al vertice dell'ufficio giudiziario milanese. Per questo, in una riunione dell'Anm (Associazione Nazionale Magistrati) di Milano, 20 giorni fa, 200 magistati si erano riuniti con i vertici nazionali del sindacato delle toghe per chiedere a Marra di lasciare la poltrona che occupava dal 3 febbraio scorso. Nella lettera di dimissioni, il magistrato si è difeso dicendo di aver svolto il suo compito sempre con “disciplina e onore” e contesta il Csm, sostenendo che la procedura di trasferimento è stata aperta nei suoi confronti fuori dai casi previsti dalla legge. “Mi sgomenta che colleghi con i quali ho condiviso anni di impegno e ai quali sono legato da reciproca conoscenza – scrive l'ex presidente - possano avere di me l'immagine di una persona disposta a sacrificare la propria libertà e indipendenza per ottenere e mantenere una carica”. Marra. che ha raggiunto l'età pensionabile, dice di preferire farsi da parte perché teme che una sua permanenza “possa incidere sul buon andamento dell'amministrazione giudiziaria e sull'attività degli organi di autogoverno". Il documento è stato consegnato al Csm dal collega Pier Camillo Davigo che difendeva il magistrato nella procedura d'ufficio. Manuela Massenz, presidente dell'Anm di Milano ha parlato di “gesto di responsabilità”.

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