Iraq, su Wikileaks i numeri dell'orrore e un dossier su uccisione Calipari
"Oltre 109 mila vittime dal 2003". Documentate le atrocità nelle carceri. Funzionario Sismi ingannato da terrorista
Ieri il sito Wikileaks ha reso noto, con quasi 400.000 documenti, la atrocità della guerra in Iraq. Il famoso sito, è stato costretto a pubblicare in anticipo la documentaizone dopo la rottura dell'embargo da parte di Al Jazira. I documenti raccontano come dal 2003, siano morte più di 109.000 persone: tra queste, oltre 66.000 civili, ovvero più della metà del totale delle vittime. Tra i morti civili, oltre 15 mila hanno perso la vita in incidenti sino ad ora sconosciuti, secondo i dati forniti dal gruppo londinese Iraq Body Count. I responsabili principali delle stragi, sarebbero i soldati iracheni, accusati di violenze anche con i prigionieri in loro custodia. Circa una mezza dozzina di detenuti sono morti mentre erano in stato di detenzione a causa delle percosse ricevute: i prigionieri venivano costantemente frustati, picchiati e maltrattati. Inoltre, in un caso gli americani hanno avuto il sospetto che a un detenuto iracheno fossero state amputate le dita e disciolte nell'acido. Le documentazioni in possesso di Wikileaks rivelano che gli Stati Uniti erano al corrente del ricorso alla tortura autorizzato dallo Stato (iracheno). Gli Usa sembrano avere non poche responsabilità: l'analisi condotta da Le Monde, per esempio, emerge che i soldati americani hanno ucciso 681 civili, tra cui molte donne e bambini, ai checkpoint. Non solo: i militari Usa hanno scoperto i cadaveri di "migliaia di uomini e donne vittime di esecuzioni sommarie", senza che ciò venisse reso noto. C'é poi un elicottero Apache che ricorre: il Crazyhorse 18, quello coinvolto nell'uccisione di due giornalisti della Reuters messo all'indice dopo un video pubblicato da Wikileaks che testimoniava la strage, aveva in precedenza sparato e ucciso due iracheni nonostante questi si fossero arresi. Inoltre, si documenta come centinaia iracheni, siano stati mandati avanti su strade minate, con la scusa di "pulire la strada da macerie e rifiuti", mentre in realtà servivano per verificare la presenza di ordigni. C'è spazio poi anche per Al Qaida, spiegando come il gruppo guidato da Osama Bin Laden nel 2005, volesse attaccare il carcere iracheno di Abu Ghraib, la "prigione delle torture", chiuso con l'avvento dell'amministrazione Obama alla Casa Bianca. Dossier sul caso Calipari - Nel dossier pubblicato da Wikileaks ci sono anche dati molto interessanti sull'uccisione di Nicola Calipari, il funzionario del Sismi ucciso nel 2005 nelle fasi del rilascio della giornalista Giuliana Sgrena. Nelle pagine pubblicate - di proprietà dell'esercito americano - ci sono le parole di Sheikh Husayn, capo di una cellula autrice di molti sequestri a Baghdad. Husayn, dopo aver ricevuto i 500 mila dollari del riscatto dell'inviata del "manifesto", disse al gruppo attorno alla Sgrena di dirigersi verso l'aeroporto. Durante il loro spostamento, il terrorista ne approfittò per telefonare al Ministero dell'Interno iracheno, dicendo loro che l'auto era un'autobomba. Giunta al check point i militari, soprattutto Mario Lozano, spararono contro l'auto, uccidendo dunque Calipari. Secondo Giuliana Sgrena, "ci sono dati che contribuiscono alla ricerca della verità ma sicuramente non c'è tutto, ce n'è solo una parte". La reporter prosegue: "Ma ancora più importanti sono altri elementi che non vengono raccontati, ovvero il fatto che ci furono dei tentativi per depistare Calipari prima di arrivare al mio ritrovamento. Calipari mi trovò solo in un secondo momento, sviato nelle sue ricerche da diversi servizi segreti".