Non è reato dire al capo "Lei non capisce un c..."

Eleonora Crisafulli

Non è reato dire al proprio datore di lavoro "Lei non capisce un c...". Lo ha stabilito il giudice di Pace del tribunale di Frosinone, appellandosi al "gergo comune" e sdoganando quella che potrebbe essere considerata una frase ingiuriosa. Così l'aveva interpretata il titolare di un'agenzia di sicurezza privata, investito dalle parole di un dipendente. L'uomo denunciò il lavoratore per ingiurie. In primo grado arrivò la condanna ma il legale del dipendente, l'avvocato Nicola Ottaviani, si appellò e ci fu l'annullamento per un vizio procedurale. Il processo fu rimesso così al giudice di pace. Per avvalorare l'ipotesi difensiva il legale si era appellato all'orientamento della Corte di Cassazione, che due anni fa aveva stabilito che il "vaffa..." al datore di lavoro non è da considerarsi reato.