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Il Cav: "Le campagne di fango non mi fermano"

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"Non andrò al Copasir". A Fli: "Se ritiene esaurita l'esperienza di governo lo dica. Noi siamo pronti alle urne". Il premier incontra Fini all'Altare della Patria: stretta di mano e fitto scambio di battute. Per i presenti "confidenze su Ruby"

Eleonora Crisafulli
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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi incontra i suoi alla Direzione del Pdl. Dopo il vertice di ieri mattina e la riunione con coordinatori, capigruppo e diversi ministri della tarda serata, il premier legge il testo che è stato messo a punto ieri insieme ai dirigenti del Pdl. Pronuncia a braccio solo poche frasi, una breve parentesi: "Per chi non lo sapesse, c'è così tanta democrazia nel nostro movimento che per sette volte io mi sono adeguato alle decisioni della maggioranza assunte in ufficio di presidenza su cui non ero d'accordo. Più democrazia di così, non credo si possa avere". Poi, riferendosi agli avversari politici e alla "spazzatura mediatica" dei giorni scorsi, ribadisce il vecchio motto "l'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio": "Per l'amore della libertà resisto agli attacchi infondati che mi vengono rivolti e continuerò a difendermi. La mia presenza in politica rappresenta per i miei nemici un ostacolo insormontabile per arrivare al potere. Le campagne mediatiche fondate sulla menzogna non mi fermeranno. Se mi fermassi tradirei gli italiani", dice il premier. Al centro del discorso i cinque punti del programma che l'esecutivo intende realizzare e su cui ha ottenuto la fiducia in Parlamento. "Non faremo un passo indietro, ma cinque passi avanti", assicura Berlusconi. A chi accusa il governo di paralisi, il premier dice: "Il nostro governo è quello che ha fatto più di tutti gli altri nella storia della Repubblica, in condizioni di oggettiva difficoltà a causa della crisi economica globale". E "i nostri fatti sono incontestabili. Ci riferiamo innanzitutto alle numerose emergenze ereditate dal Governo della sinistra e da noi tempestivamente risolte: Campania, Alitalia, terremoto. Ci riferiamo alla crisi globale che abbiamo superato grazie anche al risparmio degli italiani riscuotendo l'approvazione degli organismi internazionali. Ci riferiamo infine alle numerose riforme approvate dal nostro governo". A questo proposito Berlusconi mostra l'opuscolo sull'attività di Governo: "C'è da stancarsi solo a leggerlo, tante sono le cose che abbiamo fatto". Riforma dell'istruzione - "Approvare subito e senza indugi la riforma dell'Università già approvata dal Senato". E' uno degli obiettivi che il presidente del Consiglio pone dal palco della direzione del Pdl. "Non neghiamo che la congiuntura internazionale ci ha impedito di destinare tutte le risorse che avremmo voluto alla formazione dei nostri giovani, ma vi assicuro che le risorse arriveranno". Anzi, per Berlusconi "le difficoltà hanno accentuato il carattere sistemico della riforma", perché "non servono fiumi di denaro" se poi vengono impiegati male. Con la sinistra, scuola e università "erano un ammortizzatore sociale costoso e inefficiente, noi abbiamo riformato la scuola e l'Università è a un passo dal traguardo finale, introducendo meritocrazia e responsabilità. Per tutta risposta i signori della sinistra hanno fatto le barricate a difesa dello status quo e dei baroni". Federalismo fiscale - Passando al federalismo, il premier dice: "Abbiamo costruito un pensiero più rispettoso dei contribuenti, che non aumenterà la pressione fiscale, ma consentirà di ottenere vantaggi, al Sud come al Nord. La riforma non penalizzerà il Mezzogiorno, che potrà invece riscattarsi moralmente ed economicamente". Giustizia - "La riforma della giustizia è una priorità per il Paese", dice Berlusconi. "Nessun governo ha ottenuto i nostri risultati nella lotta alla criminalità". "Per la prima volta si profila la possibilità di sconfiggere e debellare per sempre la piaga della mafia e della criminalità organizzata". Quindi aggiunge un timore: "Visti i colpi che stiamo infierendo, nessuno oggi può con certezza escludere che alcune cose che accadono siano frutto della vendetta della malavita". Ai media - Berlusconi nota con rammarico che i mezzi di comunicazione non si occupano dei successi di governo: "In Italia ci sono due realtà, quella vera del nostro governo del fare e la realtà virtuale del cosiddetto antiberlusconismo, cucinata in tutte le salse  l'unica che i media prendono in considerazione. Difendersi e argomentare caso per caso non ha senso. La verità è che siamo sotto attacco non per ciò che abbiamo fatto ma per ciò che rappresentiamo perché siamo un ostacolo alla presa del potere da parte della sinistra". A Fli e Pd - Berlusconi si rivolge quindi ai Fini e a tutti coloro che hanno aderito al gruppo di Futuro e libertà, si augura che il bisogno dei futuristi di "sottolinere la propria diversità non li condanni a una subalternità politica e culturale rispetto a una sinistra già condannata alla decadenza". Poi chiede direttamente ai finiani: "E' cambiato qualcosa rispetto a quando è stata votata la fiducia? Se è cambiato allora lo si dica e lo si motivi apertamente di fronte ai lettori e al popolo italiano. Se Fli ritiene esaurita l'esperienza di questo governo lo deve dire con chiarezza e lo deve dire subito. Noi siamo pronti a raccogliere la sfida e andare alle urne subito". Se non è così occore mettere da parte quella che ormai sembra "una strategia di logoramento nei confronti del governo". "Siamo pronti a un nuovo patto di legislatura e a rinnovare il sistema di alleanza dentro il centrodestra". Rivolgendosi all'opposizione poi il premier avverte: "Non potete mandarmi a casa con una congiura di palazzo perché gli italiani non ve lo permetterebbero". "In questa situazione provocare una crisi sarebbe un atto di autentica irresponsabilità che il Paese non merita e che gli italiani non capirebbero. Secondo la sinistra l'alternativa è un governo di rottura nazionale, delle opposizioni, illegittimo, degli sconfitti, privo di legittimità popolare, incapace di produrre stabilità. Noi non lo permetteremo", promette il Cavaliere. "Un governo della sinistra ci farebbe fare la fine della Grecia", aggiunge il premier.  Il Pd, da parte sua, "è assolutamente incapace di resistere alle posizioni radicali di Grillo, di Di Pietro e Vendola. La sinistra è incapace di incarnare una opposizione riformista e ha mantenuto tutti i vizi del passato comunista senza fare passi avanti nel rinnovamento". Berlusconi incontra Fini - In attesa della direzione del Pdl, Berlusconi partecipa alle celebrazioni della giornata delle Forze Armate all'Altare della Patria. Ed è lì che incontra il vecchio cofondatore del partito e attuale leader di Futuro e libertà, Gianfranco Fini. E' il premier ad avvicinarsi, porgere la mano e pronunciare un "ciao". Lo stesso premier che ieri non aveva escluso un possibile riavvicinamento con l'ex alleato.  Tra i due un intenso scambio di battute. Il presidente della Camera e il Cavaliere - seduti uno accanto all'altro tra il numero uno del Senato Renato Schifani e il presidente della Corte Costituzionale Raffaele Amirante -  hanno chiacchierato a lungo con toni (almeno all'apparenza) amichevoli, mentre attendevano l'arrivo del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. (GUARDA LA GALLERY) Bossi -  Il "Senatur" riguardo a una posibile crisi di Governo, liquida così: "Fini non avrà il coraggio di rompere, teme le  urne. e come lui anche la sinistra.  Sono d'accordo su un patto per la legislatura, Gianfranco manterrà la parola". Il caso Ruby - Secondo i cronisti presenti Berlusconi avrebbe commentato con Fini il caso Ruby: "È incredibile", si carpisce delle prime battute della conversazione. Il leader di Fli ascolta con attenzione mentre annuisce con il capo. "È maggiorenne" dice ancora il Cavaliere e poi aggiunge la parola "incensurata". Il riferimento potrebbe essere alla marocchina Karhima o al consigliere regionale Nicole Minetti. Ma, dopo pochi secondi, il discorso cambia. Berlusconi parla di "maggioranza". Poi si interrompe perché arriva Napolitano. Bocchino - Per il capogruppo di Fli Italo Bocchino, che promette grandi cambiamenti, il discorso di Berlusconi è "debole, figlio della sua debolezzza, privo di qualsiasi novità. Ha riconosciuto l'esistenza della terza gamba nel Pdl? A Napoli si direbbe 'e ci voleva la zingara?'. Berlusconi ha dovuto prendere atto della realtà, di una realtà che esiste dal 29 luglio e che è certificata dai numeri".   L'opposizione - L'opposizione, rimasta a guardare, interviene sui rapporti interni alla maggioranza. Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, si dice stanco di battibecchi e successivi riavvicinamenti: "Basta con Gianfranco Fini che il sabato e la domenica sfiducia Berlusconi a Mirabello e poi, negli altri giorni, fa il 'fidanzatino' del premier in Parlamento". Poi rinnova l'appello lanciato da Bersani a staccare la spina al governo, sfidando Fini "a inserire nell'ordine del giorno della Camera la riforma della legge elettorale senza aspettare che arrivi un governo tecnico". Anche per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, "questo tira e molla è insensato. Si dia vita a una fase di transizioni e i cittadini vadano al voto con una nuova legge elettorale".

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