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Pompei, Bondi riferirà in Parlamento. "Ci saranno altri crolli"

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Si sbriciolano gli scavi in via dell'Abbondanza. Il ministro: "Se fossi responsabile mi dimetterei"

Eleonora Crisafulli
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La Schola Armatorum, da domenica transennata ma comunque meta di curiosi, era una sorta di palestra dove i gladiatori si allenavano e nella quale deponevano le armi all'interno di alcuni incassi ricavati nei muri. All'interno dell'edificio crollato venerdì c'erano anche dipinti nella parte sottostante il perimetro della sala. L'edificio, che si apre sulla strada principale della città sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d. C., era visitabile solamente dall'esterno ed era protetto da un alto cancello in legno. Polemiche - Sulle cause del cedimento continua la polemica dopo la richiesta immediata da parte del capo dello Stato Giorgio Napolitano di “immediate spiegazioni senza ipocrisie” . L'opposizione ha giocato sulla similitudine tra il crollo di Pompei e lo stato di salute del governo. Un parallelo che è tornato buono anche per Gianfranco Fini. Il quale, nel corso della convention di Futuro e Libertà, ha commento con “dolore” la notizia di Pompei. Un crollo annunciato - Secondo il sindaco di Pompei, Claudio D'Alessio, il cedimento dell'edificio è un crollo annunciato. Il primo cittadino ha espresso rammarico per l'accaduto: "C'è il dispiacere tipico di una comunità, di un territorio su cui vi è il museo all'aperto più grande del mondo e che purtroppo viene trascurato". Bondi ha svolto stamattina un sopralluogo nel sito storico, spiegando, oltre alla costante necessità di fondi per tutelare i beni culturali italiani (rincarando una recente polemica col ministro Tremonti), che riferirà sul crollo e sugli interventi più urgenti necessari nei prossimi giorni alle Camere:  “Parlerò immediatamente al Parlamento rispetto a quanto ho potuto verificare e conoscere oggi dopo l'incontro avvenuto a Pompei”, ha detto, “sulla base di un atteggiamento di serietà e di responsabilità”. Replicando agli attacchi dell'opposizione, ha aggiunto: “La situazione è molto difficile per motivi che non imputo ai governi e ai ministri che mi hanno preceduto perché sono una persona seria”. Infine: "Se avessi la certezza di avere responsabilità in quanto accaduto mi dimetterei. Ma rivendico invece il grande lavoro fatto". Si è appreso, intanto, che il Ministro riferirà a Montecitorio mercoledì 10 novembre alle ore 11. Sfiducia - Ma il Partito democratico sta già pensando a presentare una mozione di sfiducia nei confronti dello stesso Bondi. Per rispettare la prassi parlamentare aspetterà prima sentire in Aula gli argomenti del ministro. Il crollo - A Pompei cedono gli scavi. Sabato mattina i custodi del sito archeologico hanno rilevato il crollo di un muro della Domus dei Gladiatori, in via dell'Abbondanza. Poi, forse per le infiltrazioni d'acqua e la pesantezza del soffitto in cemento armato, l'intera struttura, in cui un tempo si allenavano gli atleti, si è sbriciolata. L'area è stata quindi transennata in attesa dei dovuti rilievi che serviranno ad accertare le cause del crollo. Per i turisti è stato predisposto un percorso alternativo. Al momento la Sovrintendenza conferma quanto detto dai custodi: potrebbero aver provocato il crollo le infiltrazioni all'interno di un terrapieno esistente al lato della Schola oppure il peso del tetto della palestra. La domus, infatti, fu bombardata durante la Seconda guerra mondiale e la copertura fu stata rifatta tra gli anni '40 e gli anni '50. È probabile che le mura antiche, dopo anni, non abbiano più retto il peso del tetto. Il ministero - Non resta in silenzio il ministero per i Beni e le Attività Culturali. "Questo ennesimo caso di dissesto - afferma il segretario generale Roberto Cecchi - ripropone il tema della tutela del patrimonio culturale e quindi della necessità di disporre di risorse adeguate e di provvedere a quella manutenzione ordinaria che non facciamo più da almeno mezzo secolo. La cura di un patrimonio delle dimensioni di quello di Pompei e di quello nazionale non lo si può affidare ad interventi episodici ed eclatanti. La soluzione è la cura quotidiana, come si è iniziato a fare per l'area archeologica centrale di Roma e per la stessa Pompei".

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