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Caso Ruby, la Pm contesta ricostruzione di Maroni

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Il giudice del Tribunale dei minori attacca: "Mi rivolgerò al Csm". Il ministro: "Per me il caso è chiuso". Cassazione avvia accertamenti

Michela Ravalico
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Il Pm dei Minori Anna Maria Fiorillo, che si occupò della vicenda di Ruby la notte che fu portata in questura, non ci sta. E dichiara che si rivolgerà al Csm perché "le parole del ministro Maroni che sembrano in accordo con quelle del procuratore Bruti Liberati non corrispondono a quella che è la mia diretta e personale conoscenza del caso". Il procuratore Fiorillo, che aveva annunciato di non voler più parlare se non dopo la pronuncia del Csm, in serata ha scelto di rilasciare una dichiarazione molto forte: "Si deve sapere che io non ho mai dato alcuna autorizzazione all'affido della minorenne". Confermando, così, quanto già dichiarato all'Ansa più di una settimana fa.  Stando a quanto apprendono le agenzie, il ministro degli Interni Roberto Maroni avrebbe commentato la vicenda con alcuni fedelissimi: "Per me il caso è chiuso - avrebbe detto il Ministro - La mia posizione è quella già espressa dal procuratore capo di Milano, Bruti Liberati". La risposta del Csm -  La lettera della pm Fiorillo è giunta a destinazione presso il Csm. Per conoscere quali azioni prenderà l'organo di autogoverno dei giudici, però, bisognerà attendere giovedì. Il documento è stato vagliato dal comitato di presidenza, del quale oltre al vicepresidente Michele Vietti fanno parte i vertici della Cassazione. Si è intanto saputo, tramite una nota ufficiale, che il procuratore generale della Corte ha avviato, dal 2 novembre scorso, "accertamenti conoscitivi" sul caso Ruby. Il Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli, dunque, ha trasmesso al pg della Suprema Corte una copia della nota inviata ieri al Csm dal pm dei minori di Milano, Anna Maria Fiorillo, "riservandosi all'esito successive determinazioni". Ricostruzione dei fatti - Dopo l'esplosione del caso Ruby nelle scorse due settimane, la pm Fiorillo era stata interpellata dalle agenzie di stampa per chiarire come fossero andati i fatti. In data 31 ottobre la Pm ha dichiarato di non avere mai concesso "alcuna autorizzazione all'affido di Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti". La pm del tribunale dei minori, Fiorillo, era di turno la sera del 27 maggio quando la ragazza venne fermata e portata in Questura a Milano. Contattata più volte dalla polizia, non solo la Fiorillo non diede il via libera alla consegna della ragazza ma, a differenza di quanto sostenuto in una nota della Questura, non raggiunse mai alcun accordo circa l'affido alla consigliera, e non lo avrebbe raggiunto nemmeno nel caso fosse arrivata negli uffici di via Fatebenefratelli una copia dei documenti di identità. Il magistrato aveva disposto la collocazione di Ruby in una struttura protetta e, qualora non ci fosse stato posto (come riferito poi dalla Questura), di trattenerla. Reazioni - "Non ho nessuna dichiarazione da fare, nè niente da aggiungere a quanto ho già detto nei giorni scorsi" ha affermato il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati dopo l'uscita della Fiorillo, che ha espresso l'intenzione di rivolgersi al Csm per il caso Ruby.

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