Ucciso Nicola Rizzuto, il "grande padrino" di Montreal
Freddato nella sua abitazione l'agrigentino che ha conquistato il vertice della mafia canadese
"Il grande padrino", per tutti Niccolò Rizzuto. Era il vertice della mafia siciliana di Montreal, ed è morto oggi all'età di 86 anni. Morto ammazzato, freddato da colpi d'arma da fuoco partiti dal giardino mentre lui era in casa. E' spirato in ospedale. Lo hanno riferito i media locali, che hanno dedicato ampio spazio a Niccolò da Cattolica Eraclea, vicino Agrigento. Aveva attraversato l'Oceano a 30 anni, nel 1954, e aveva scalato la gerarchia della mafia canadese. Dopo alcuni anni di "gavetta" nel clan dei Cotroni (al centro del traffico di droga del Paese nord americano), aveva sostenuto l'alleanza con la famiglia Bonanno di New York. Con l'Italia manteneva i contatti grazie alla sua vicinanza alla famiglia Cuntrera-Caruana di Cosa Nostra. Aveva avuto un ruolo cruciale nell'accordo con la criminalità venezuelana per il traffico di cocaina, quindi aveva scalzato i calabresi dopo che questi avevano perso il capo, Paolo Violi, nel 1978. Ora la mafia di Montreal deve riorganizzarsi senza il suo re, incontrastato per almeno 30 anni. Nel decennio successivo Niccolò riuscì a conquistare il ruolo di "padrino" uscendo vincitore dalla faida tra la fazione calabrese e i Cotroni, divenuti nel frattempo nemici. "Zio Cola" era stato arrestato nel 1988 proprio in Venezuela per possesso di cocaina. Scontò cinque anni, rientrando poi negli Usa. Proprio qui venne arrestato una seconda volta nel 2006, questa volta per evasione fiscale. Due anni di carcere, poi il ritorno a Montreal. Nella metropoli viveva in un quartiere elegante, ricercato da alcune tra le maggiori personalità del Paese. Nel 2004 era stato arrestato il figlio Vito, che poi venne estradato negli Stati Uniti. Il nipote Nick era stato ucciso nel centro di Montreal.