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Caso Orlandi, i pm pronti alla riapertura della tomba di De Pedis

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Il boss della Banda della Magliana, seppellito nella chiesa di Sant'Appollinare, sarebbe il responsabile del rapimento

Michela Ravalico
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Il mistero di Emanuela Orlandi, forse, potrà essere sciolto presto. Gli inquirenti che indagano da 27 anni sulla scomparsa della ragazzina,  figlia di un funzionario del Vaticano, sono pronti a un passo molto importante: l'apertura della tomba di Renato De Pedis, uno dei boss della banda della Magliana che secondo la testimonianza della sua ex amante, Sabrina Minardi, sarebbe il responsabile del rapimento. De Pedis, detto Renatino (o il Dandy per chi è appassionato alla saga di Romanzo Criminale), pur essendo stato uno dei peggiori  e più crudeli criminali della storia della malavita romana, ha avuto l'onore di una sepoltura molto altolocata: il suo corpo, infatti, è sepolto nella basilica di Santa Appollinare. Alcuni anni fa, una telefonata anonima raccolta dalla trasmissione Chi l'ha visto, mise la pulce all'orecchio degli inquirenti: "Guardate nella tomba di De Pedis, se volete saperne di più su Emanuela Orlandi", disse l'anonimo testimone. Per l'apertura della tomba, che si trova nella cripta della basilica, non sarebbe neanche necessario il via libera delle autorità vaticane, avendo accertato gli inquirenti che non è in una condizione di extraterritorialità. Ad ogni modo, di recente, lo stesso vicariato di Roma ha dato la disponibilità a che i magistrati aprano il sepolcro. La stessa famiglia di De Pedis, inoltre, ha sempre espresso parere favorevole allo svolgimento di questo accertamento. Indagati - Per la scomparsa della Orlandi, che aveva 15 anni all'epoca della scomparsa nel 1983, risultano indagati Sergio Virtù, Angelo Cassani, detto "Ciletto", Gianfranco Cerboni, detto "Giggetto" e la Minardi.  

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