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Silvio ci crede Prime crepe in Fli

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La mozione di sfiducia potrebbe riservare una brutta sorpresa a Fini

Andrea Tempestini
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 La data del 14 dicembre comincia a fare paura anche a Gianfranco Fini, mentre ne fa un po' meno a Silvio Berlusconi. I ventisei giorni che mancano alla mozione di sfiducia, tra defezioni e manovre sottobanco, potrebbero riservare una brutta sorpresa al Presidente della Camera. Cominciano infatti a farsi vedere le prime crepe nel fronte futurista, incarnate delle preouccpazioni di Fini dopo il monito di Napolitano e dalle tentazioni di qualche possibile transfugo. In politica, è noto, quattro settimane sono un'eternità. In questo tempo si potrebbero plasmare nuove alleanze e costruire nuovi fronti. E a differenza dei giorni scorsi, tra i fedelissimi di Silvio Berlusconi, si comincia ad essere ottimisti. Il premier, infatti, prevede l'ingresso nel Pdl di una decina di deputati, divisi tra chi "tornerà all'ovile" e una new entry. I nomi sul piatto sarebbero, tra i futuristi, quelli di Silvano Moffa, Giuseppe Consolo, Catia Polidori e Roberto Menia. Mentre dal Movimento per l'autonomia potrebbe smuoversi Ferdinando Letteri. Il D-day sarà il 14 dicembre. Quel giorno si conoscerà il destino del quarto governo Berlusconi. E' quanto emerso dall'incontro di martedì tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani. Il mini-summit è durato circa un'ora. Accordo totale sulla priorià da dare alla Finanziaria, prima ancora di affrontare il problema della crisi politica. Napolitano avrebbe inoltre auspicato un accordo sul calendario delle prossime attività del Parlamento. Così, è emerso, il Senato concluderà l'esame della legge di stabilità entro la prima decade di dicembre. La mattina del giorno 13, a Palazzo Madama ci saranno le annunciate comunicazioni del governo. Sempre il 13, nel pomeriggio, si svolgerà a Montecitorio il dibattito sulla mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv. Il giorno successivo, sempre secondo quanto si è appreso, avranno luogo le relative votazioni. Per Berlusconi se il governo non otterrà la fiducia bisognerà andare subito alle urne. Lo ha ribadito il premier conversando con i cronisti al Quirinale, a conclusione della cerimonia per la premiazione dei nuovi Cavalieri del Lavoro.  Il presidente del Consiglio esclude l'ipotesi di un Berlusconi bis: "Abbiamo bisogno di un Governo solido, che possa operare. Non posso contare su chi non garantisce il massimo di lealtà al programma che abbiamo approvato". Insomma, "se ci sarà la fiducia andremo avanti a lavorare; se non ci sarà andremo al voto. Chi è responsabile non può volere la crisi del Governo e del Paese". Berlusconi ha anche annunciato che domani il Consiglio dei ministri nominerà il nuovo presidente della Consob. Fiducioso sul voto è Bossi, secondo cui "il governo durerà fino al 27 marzo". Lo ha confermato anche Marco Giovanni Reguzzoni. Il presidente dei deputati leghisti, intervistato dal direttore di Libero Maurizio Belpietro questa mattina a Mattino Cinque ha ribadito: "Il 14 dicembre voteremo la fiducia, il governo ce la farà". Secondo una nota del Quirinale, l'incontro di ieri è da inquadrare in "una prassi consolidata di consultazione risultata sempre fruttuosa in delicati momenti della vita istituzionale". I tre Presidenti hanno registrato "la concorde adesione delle forze parlamentari all'esigenza di dare la precedenza, nei lavori della Camera e del Senato, all'approvazione finale delle leggi di stabilità e di bilancio per il 2011". La nota del Colle sottolinea, quindi, che "subito dopo la conclusione dei suddetti adempimenti, nei tempi definiti nelle competenti sedi delle Conferenze dei capigruppo, si procederà all'esame della crisi politica, culminata nella presentazione alla Camera di una mozione di sfiducia al governo ai sensi dell'art. 94 della Costituzione, e nella richiesta del presidente del Consiglio di rendere comunicazioni al Senato e alla Camera. Il presidente della Repubblica ha auspicato una costruttiva intesa in proposito tra i Presidenti e tra gli organismi rappresentativi dei due rami del Parlamento". E oggi, alla premiazione dei Cavalieri del Lavoro, ha esortato la classe politica a mantenere lo stesso senso di responsabilità nel futuro, in un momento di turbolenze economiche. Sfiducia a Bondi - Si apprende, nel frattempo, che l'Aula della Camera voterà il 29 novembre la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. La mozione, presentata dall'opposizione dopo il crollo a Pompei, è stata confermata - insieme alla data - dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, dopo la richiesta in tal senso sostenuta con forza dal Pd. Il Ministro ha poi commentato la mozione di sfiducia: "Mi infligge, non posso negarlo, uno stato di angosciosa mortificazione, dall'altra parte però suscita un sentimento di profonda tristezza dinanzi al volto sfigurato di una sinistra, della quale mio padre ed io nel passato abbiamo fatto dignitosamente parte all'insegna di valori che non tramontano, che si accanisce con una iniziativa abnorme e dirompente sul piano personale contro chi ha sempre creduto e continua a credere nel valore del confronto politico e culturale, anche se aspro e conflittuale".

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