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Dopo sedici giorni, il rogo di Paderno Dugnano spezza la seconda vita

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Ricoverato a Torino, Arun Zequiri non ce l'ha fatta. Aveva ustioni sull'80% del corpo

Andrea Tempestini
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L'esplosione dello scorso 4 novembre nella fabbrica di Paderno Dugano ha spezzato la seconda vita. Sabato è morto all'ospedale torinese Maria Addolorata Arun Zequiri, 44 anni, albanese. Le sue condizioni erano disperate, e Arun, dopo 16 giorni di lotta non ce l'ha fatta: aveva ustioni sull'80% del corpo. Solo pochi giorni fa, invece, si era spento Sergio Scapolan, di 63 anni, mentre le condizioni di altri due feriti restano tutt'ora critiche. Sono Leonard Shehu, albanese di 37 anni, e Salvatore Catalano, di 55 anni. Arun Zeqiri lavorava alla Tnl, la cooperativa milanese di proprietà di suo zio, Adrian Zeqiri, a cui era stato appaltato lo stoccaggio dei rifiuti tossici all'Eureco di Paderno Dugnano. Per questa ragione sia Adrian Zequiri sia il titolare dell'Eureco di Paderno Dugnano, Giovanni Merlino, sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo. I magistrati stanno indagando sulla regolarità dei subappalti per accertare le responsabilità di questo incidente sul lavoro che ha provocato anche il ferimento di altre 5 persone.

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