Meredith, inizia il processo appello contro Amanda e Raffaele
Secondo il padre di Sollecito, il ragazzo "è molto fiducioso e potrà far emergere la sua innocenza"
Torna sotto i riflettori il caso di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel novembre 2007. Domani, nel capoluogo umbro, inizia il processo d'appello contro i due principali imputati per l'omicidio, Raffaele Sollecito e Amanda Knox. E Sollecito, dichiarato colpevole in primo grado insieme alla giovane americana, si è detto convinto che la Corte d'Assise d'appello gli permetterà di dimostrare la sua estraneità all'omicidio. Le parole del giovane, che deve scontare 25 anni di carcere, sono state riportate dal padre Francesco alla vigilia della prima udienza del processo di secondo grado. "Mio figlio è molto fiducioso - ha spiegato Francesco Sollecito - soprattutto alla luce di quanto emerso dalle indagini difensive svolte dai nostri legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori. È convinto che i giudici gli permetteranno di far emergere che lui è innocente". Il medico afferma però che suo figlio Raffaele è molto provato da questi primi tre anni di prigionia: "Quello che sembrava un incubo è diventato una tragedia insostenibile per l'equilibrio psico-fisico di mio figlio. Raffaele riesce a superare tutto ciò con lo studio e con gli impegni che ha in carcere. È però costretto a vivere una realtà non sua. Un conforto eccezionale - ha concluso il signor Sollecito - gli è arrivato da un professore universitario che lo ha aiutato per un esame del corso per la laurea specialistica in informatica e ha preparato una relazione sul computer di mio figlio (quello sul quale il giovane aveva detto di avere lavorato mentre la Kercher veniva uccisa, ndr)". La prima udienza del processo di secondo grado si preannuncia meramente tecnica. Ma domani, in Aula, dovrebbero esserci sia Raffaele che Amanda, che si rivedranno per la prima volta dopo mesi. Entrambi si proclamano innocenti.