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Le toghe (e Fini) attaccano il governo

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Al congresso dell'Anm, accuse di Palamara all'esecutivo. Gianfranco: "Sostenere la magistratura"

Andrea Tempestini
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Le toghe tornano all'attacco, e Fini non fa mancare il suo appoggio. "Le riforme vogliono colpire la nostra indipendenza". Questa l'accusa del segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, con cui ha inaugurato il congresso di quello che è il sindacato dei magistrati. Il messaggio di Fini - Palamara ha poi invitato i colleghi a riconoscere gli errori, ma ha denunciato la "campagna di denigrazione di cui siamo bersaglio". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non ha fatto mancare il suo appoggio all'Anm. Il futurista ha scritto un messaggio ai magistrati: "Compito delle istituzioni democratiche e di tutte le forze politiche del Paese, senza distinzione di parte, è quello di sostenere costantemente l'operato della magistratura, la cui azione riveste un ruolo centrale per la salvaguardia della legalità. Oggi più che mai", continua il numero uno di Montecitorio, "la collocazione centrale della magistratura, non solo di quella ordinaria, nell'attuale contesto istituzionale e sociale rende i magistrati più esposti ai giudizi e alle critiche". Attacco al governo - Palamara poi è tornato a mettere sotto accusa la politica del governo in tema di giustizia. "Abbiamo assistito a una serie di interventi episodici e contingenti dettati dall'esigenza di risolvere situazioni legate a singole vicende processuali e sempre mirati a limitare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura". Nel mirino dell'associazione non c'è soltanto la riforma costituzionale, ma anche "i non meno insidiosi progetti di legge ordinaria in materia di intercettazioni, processo breve e polizia giudiziaria svincolata dai pubblici ministeri". Il messaggio di Napolitano - "L'Anm resta, e più che mai appare, un interlocutore rappresentativo ed essenziale in una fase difficile in cui è indispensabile il recupero della fiducia del cittadino nel sistema giudiziario, anche attraverso un corretto rapporto tra magistratura e politica". Questo il messaggio del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, lasciato mentre usciva dal Congresso. "Ho apprezzato in modo particolare", ha continuato, "l'impegno dell'Anm per l'autoriforma della magistratura e la disponibilità dichiarata a un confronto costruttivo e propositivo con le forze politiche sul tema della riforma della giustizia". No alla toga dopo la politica - "Bisogna fissare regole rigorose finalizzate a evitare commistioni improprie tra la funzione giudiziaria e l'impegno politico, compresa la possibilità di tornare a fare il magistrato dopo l'esperienza in politica". Questo uno dei messaggi più significativi lanciati da Luca Palamara dal palco del trentesimo congresso dell'Anm. Per il presidente dell'organizzazione, inoltre, la degenerazione della magistratura nel correntismo "è un male da estirpare: è inaccettabile che trapeli l'immagine di una magistratura contigua a gruppi lobbistici e impegnata in impropri interventi volti a influire sull'assegnazione di affari e di incarichi prestigiosi. I magistrati si legittimano esclusivamente nello svolgimento dell'attività giurisdizionale esercitata con indipendenza e imparzialità e senza che si insinui il dubbio di illeciti condizionamenti esterni".

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