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Ammucchiata Fini, Casini e Rutelli. Nasce il terzo polo

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Asse compatto: il 14 dicembre tutti insieme per la sfiducia. Premier: "Irresponsabile remare contro stabilità"

Cristina Dei Poli
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Il nuovo asse politico si è riunito. Nello studio del presidente della Camera, l'incontro tra Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli, dopo due ore di fitti colloqui, ha deliberato: "Mozione di sfiducia unitaria". Prove tecniche di terzo polo, insomma. E forse qualcosa di più. Le dichiarazioni del terzetto - Dopo la riunione, Fini ha dichiarato: "Secondo me non si andrà al voto, ma se si vota Berlusconi non vince. Spero così di evitare il voto del 14. La nostra mozione è un gesto di responsabilità, non sarà un salto nel buio per l'Italia".  Pierferdinando Casini, da parte sua, ha invece affermato: "Non facciamo giochi di palazzo, è il momento di mettere le carte in tavola: Berlusconi si dimetta prima di venire in Parlamento". L'affondo di Rutelli - "C'è una convergenza ampia e solida, e gli appuntamenti delle prossime ore confermeranno la coesione di questa area di responsabilità".  Questo il commento a caldo del leader dell'Api, Francesco Rutelli. L'ex democratico, in serata, ha rincarato la doese: " Il Presidente del Consiglio non ha più la maggioranza, perchè le forze che hanno proposto la sfiducia sono la maggioranza alla Camera. Non è mai accaduto che, di fronte ad un gesto così semplice e chiaro, un Presidente del Consiglio non abbia preso atto e non sia andato dal Capo dello Stato a rassegnare le dimissioni". Silvio determinato - Ma il Cavaliere resta determinato, e non ha la minima intenzione di dimettersi prima del voto di fiducia. Lo fa capire il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha poi aggiunto: "E' da irresponsabili non mantenere la stabilità in Italia". Nel mirino leghista finisce soprattutto il presidente della Camera: "È un grave errore politico la decisione di Fini di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del governo", così Federico Bricolo e Marco Reguzzoni. Altre adesioni - Presenti all'incontro anche il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa e il deputato dell'Api Bruno Tabacci. Successivamente si sono uniti al nuovo politburo anche il leader dell'Mpa, Raffaele Lombardo, e l'esponente dei Liberaldemocratici, Italo Tanoni. Non mancava nemmeno il coordinatore dei futuristi, Adolfo Urso, che in mattinata non si era astenuto dal far sapere che "se non ci saranno risposte adeguate alle nostre proposte politiche è probabile che si giunga alla decisione di presentare una mozione di sfiducia". Il comunicato del tridente - "I deputati di Udc, Fli, Api, Mpa, Libdem, La Malfa e Guzzanti del gruppo misto, che si riconoscono in un'area di responsabilità politico-istituzionale convengono sulla necessità di assicurare al Paese un governo solido e sicuro, in grado di affrontare la seria crisi economico-sociale e di evitare un inutile e dannoso ricorso alle urne", recita la nota redatta dopo il vertice Fini&Casini&Rutelli. "Alla luce della comprovata inadeguatezza dell'attuale esecutivo", sentenziano i terzopolisti, il governo si deve dimettere. "A tal fine", specificano, " sarà depositata nei prossimi giorni una mozione di sfiducia sottoscritta da tutti i deputati dell'area di responsabilità". Maroni inquadra la situazione - "Vedremo, il futuro riposa sulle ginocchia di Giove... Lasciamo un pò di suspence, oggi in Aula si è vista plasticamente il quadro di una possibile nuova maggioranza". Così il ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Non ne so nulla" - Il Cavalierie, interpellato dai cronisti sul vertice, in mattinata si era limitato a dire: "Non ne so nulla". Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, impegnato a Dubai, si dice "ottimista sul risultato del 14 dicembre: ci sono stati molti incontri tra l'Udc e il partito di Fini, che hanno incluso molte volte Rutelli. Ci sono delle riflessioni in corso. Io francamente non credo che molti colleghi del Fli si saranno sentiti a loro agio a preparare una mozione di sfiducia al governo di cui facevano parte fino a qualche tempo fa". Lodi da sinistra -  Per il segretario dei democratici, Pierluigi Bersani, l'iniziativa è "un gesto di chiarezza". L'Mpa, dal canto suo, aveva già fatto sapere che ora come ora, anche per loro, non ci sono le condizioni per accordare la fiducia. Franco Marini, senatore del Pd, ha poi rilanciato l'idea di un governo di responsabilità nazionale, "anche guidato da una personalità di centrodestra". Chiara la paura di Marini che i democratici vengano cannibalizzati dalla presenza dell'astro nascente Vendola. "Se qualcuno coltiva davvero questa idea la declassi a nostalgia del Pci altrimenti offre un segnale di fine dell'esperienza dei Democratici", così Marini.

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