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Rifiuti, in Molise 10 arresti. Indagato Michele Iorio, presidente regione

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In manette anche il presidente del Cosib e i dipendenti di un laboratorio di analisi

Andrea Tempestini
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Fanghi non trattati sparsi sui terreni, mancati controlli e documenti falsi: la procura della repubblica di Larino (Campobasso), ha emesso 10 misure cautelari personali (4 ordinanze di custodia in carcere, 3 arresti domiciliari, 2 divieti di dimora ed un obbligo di presentazione in caserma) nei confronti di imprenditori e funzionari di un laboratorio di analisi e dirigenti di enti pubblici. I provvedimenti sono arrivati nell'ambito di un'inchiesta sullo smaltimento di rifiuti nel depuratore dell'ente consortile molisano. Tra gli arrestati, spicca il nome di Antonio Del Torto, il presidente del Cosib (Consorzio per lo Sviluppo industriale della Valle del Biferno). E' indagato anche Angelo Michele Iorio, il presidente della regione Molise. LE INDAGINI - Le indagini sono cominciate nel 2007 e sono proseguite per due anni. Secondo gli inquirenti, al centro delle illegalità ci sarebbe la figura di Antonio Del Torto, titolare della società Inside Srl di Termoli. Secondo quanto trapela, avrebbe agito insieme a dei collaboratori e al responsabile tecnico dell'impianto di depurazione di acque reflue Coniv Spa di Montenero di Bisacca. Coinvolti anche dirigenti e funzionari pubblici, con il concorso di chimici liberi professionisti che avrebbero chiuso un occhio sulle irregolarità. IL RUOLO DI IORIO - Un altro aspetto dell'inchiesta riguarda la nomina effettuata da Iorio proprio di Del Torto alla presidenza della Cosib e come commissario straordinario dello stesso ente. Secondo la Procura, la nomina "avrebbe estromesso dal governo del Consorzio gli organi ordinari, concentrando tutti i poteri nel presidente-commissario, il quale, senza alcuna forma di controllo interno, avrebbe realizzato condotte delittuose come quelle riguardanti la vicenda dello scarico dei rifiuti" direttamente nel mare. LA DINAMICA - Secondo gli inquirenti, in poche parole, è questa la dinamica della gestione illecita dei rifiuti prodotti dall'impianto Coinv. I residui, fanghi derivanti dal trattamento chimico, erano invece classificati , in maniera fraudolenta, come fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane e, quindi, smaltiti con operazioni di spandimento su oltre 200 ettari di terreno gestiti da aziende agricole del Basso Molise, violando quindi la normativa che vieta di spandere su terreni agricoli fanghi provenienti da impianti che accettano, oltre ad acque reflue, anche rifiuti liquidi speciali contenenti sostanze pericolose. CORRUZIONE E ATTI FALSIFICATI - Atti falsi e corruzione di un funzionario della Provincia di Campobasso. Secondo gli inquirenti sono questi gli strumenti utilizzati per trasformare l'originaria autorizzazioneallo scarico dell'impianto di depurazione consortile in scarico "direttamente a mare". In realtà lo scarico, a quattro chilometri dal mare, avviene all'interno di un canale che si immette in un altro canale. Si tratta di condotte contraddistinte da "classico habitat fluviale". Il risultato era che le persone coinvolte potevano lucrare sul risparmio nelle operazioni di trattamento dei reflui e sull'aumento di quantità e qualità dei rifiuti da trattare, per poter poi ottenere nuove autorizzazioni regionali, necessarie per aumentare ancora quantità e qualità dei rifiuti da trattare presso l'impianto di depurazione del Cosib, rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi allo stato liquido conferiti anche da società esterne al Molise

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