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Bersani grida: "Corruzione". Ma il Pd è smemorato

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Il segretario parla di "compravendita di deputati". Ma dimentica i precedenti di Prodi e D'Alema. Di Pietro passa ai fatti

Giulio Bucchi
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"La compravendita di parlamentari non è solo uno scandalo, ma si può pensare anche ad un reato di corruzione". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lancia l'allarme sulle "grandi manovre" in vista del voto di fiducia del 14 dicembre ma ha la memoria corta. Innanzitutto, perché il trasformismo e il cambio di casacca sono pratiche vecchie quanto la politica. Secondo, perché negli ultimi 15 anni i governi del centrosinistra sono sempre stati appesi, nel bene e nel male, alla transumanza di un pugno di onorevoli. Nell'inverno 2007, con il secondo governo Prodi alla canna del gas, la maggioranza accoglie a braccia aperte il prezzemolino Clemente Mastella, buono per tutte le stagion (e i colori). Come ammise il portavoce dell'allora premier, Silvio Sircana, il lider maximo di Ceppaloni prometteva ogni giorno l'arrivo di altri rinforzi dal centrodestra. Alla fine, però, andò male all'Ulivo: nel 2008, al momento della fiducia, Mastella tornò a destra. L'unico dell'Udeur a rimanere fedele all'ex avversario Prodi fu Cusumano, insultato da molti colleghi. Il pendolino per eccellenza però fu Sergio De Gregorio, passato da Berlusconi a Di Pietro e di nuovo a Berlusconi. Più "idealista" il passaggio dall'Udc alla maggioranza di Marco Follini, che in realtà non spostò gli equilibri e ricevette ben poco in cambio. Il "meglio", però, si registrò nel 2006, nelle settimane di fuoco in cui il nascente governo Prodi, cercava il sì del Parlamento nonostante numeri risicatissimi. I bocconi più ambiti erano i senatori eletti all' estero. L'"argentino" Luigi Pallaro era corteggiato sia dal Professore sia dal Cavaliere. Entrambi, in caso di sostegno, gli avevano promesso un Dicastero. Il buon Pallaro finì per fare il... battitore libero. Né con la destra, né con la sinistra, molto spesso malato in infermeria se non addirittura in Sudamerica, come il giorno della fiducia. La sinistra, però, non può dimenitacare quello che accadde nel 1999. Il primo governo Prodi era appena caduto e Massimo D'Alema stava lavorando per sedere a Palazzo Chigi. Una mano gliela diede, ancora una volta, il... clemente Mastella: in accordo con Cossiga, formò l'Udr e si spostò a sinistra. Dalla Casa delle Libertà via agli insulti: da "truffatori" al celebre "puttani" rifilato da Gianfranco Fini ai centristi. Qualcuno, poi, tradì il Baffo ex Pci e lui se la prese. "E' proprio grazie al trasformismo se sei diventato premier", lo rimbrottò il picconatore Cossiga. A quell'episodio si riferisce oggi Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl, criticando l'uscita di Bersani: "Repubblica e il Pd dimenticano che il più grande spostamento di parlamentari è avvenuto quando, per dar vita al governo D'Alema circa 30 parlamentari si spostarono dal centro destra al centro sinistra. Allora nessuno parlò di compravendita. Il centro sinistra non è abilitato a dare lezioni di alcun tipo". DI PIETRO SI RIVOLGE ALLA MAGISTRATURA - Intanto Antonio Di Pietro ha annunciato di aver "messo alcuni elementi a disposizione della magistratura" circa il cambio di partito di alcuni deputati in vista del 14. Secondo il leader dell'Italia dei Valori, gli elementi riguardano "trasversalmente diverse situazioni". Il fondatore dell'Idv ha affermato che "quando c'è un atto corruttivo i soggetti sono due, chi prende e chi dà, invogliando e imponendo, facendo capire all'altro: 'ho qualcosa su di te'". Di Pietro commenta anche il passaggio di Razzi a Noi Sud: "Spero che l'abbia fatto per una soddisfazione personale e non per un ricatto subìto..Dio abbia pietà di lui".

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