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Telepadania lancia lo spot anti-canone

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Appello di poltici leghisti agli elettori: "Non pagate la tassa Rai, non parla la vostra lingua" / IL VIDEO

Giulio Bucchi
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Saviano, Fazio, Santoro, il ministro Romani che propone di "allegare" il canone nella bolletta della luce. Troppe, in così poche settimane, per un pubblico tradizionalmente insofferenze alla "tassa Rai" come quello leghista. Sarà per questo che Telepadania ha deciso di mandare in onda uno spot in cui alcuni politici locali del Carroccio invitano i propri elettori a boicottare l'odiato dazio. Ed è subito polemica, inevitabile. I protagonisti dello spot, consiglieri e politici veneti e lombardi, parlano rigorosamente in dialetto. Il deputato Marco Desiderati spieta: "I milanesi e i brianzoli non devono pagare il canone perché è una truffa dello Stato centrale", mentre Paolo Grimoldi incalza: "La Rai, così com'è, è la televisione di Roma, del Sud ma sicuramente non della Lombardia, del Nord, della Padania e di chi paga le tasse e la tiene in piedi". Il commento più pesante, però, è quello di Davide Caparini, segretario di presidenza in commissione di Vigilanza: "Mentre la Rai ridicolizza i dialetti, Telepadania li valorizza ospitando i parlamentari del Carroccio che invitano all'obiezione fiscale del canone in dialetto. Le lingue locali sono una cosa seria come lo sono i soldi dei contribuenti che, ancor più in un momento di crisi, meritano rispetto". Lo ricorda pure lo slogan, "TelePadania è la tv che parla più lingue. Anche la tua"...

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