Confindustria vede nero
"A rischio 600mila posti"
Per la prima volta nel dopoguerra l'Italia vivrà nel 2008 e 2009 un biennio di recessione. Lo stima il Centro studi di Confindustria secondo il quale il Pil diminuirà dello 0,5% quest'anno e dell'1,3% nel 2009. La ripresa comincerà a farsi vedere solo alla fine dell'anno prossimo segnando poi nel 2010 un +0,7%. Le possibilità di rilancio dell'economia sono però strettamente legate al ripristino della fiducia e al dissiparsi dell'incertezza che attanaglia la spesa di famiglie e imprese. Altrimenti «si avrà una recessione più lunga e profonda nel 2009, seguita da una stagnazione nel 2010. Il Centro studi di Confindustria, inoltre, nelle sue previsioni, stima per l'Italia un rapporto deficit/pil pari al 2,6% nel 2008 e al 3,3% nel 2009, contro il 3,4% del 2006 e l'1,6% del 2007. Un parziale rientro è previsto nel 2010, con l'indebitamento al 3,1%. Per quanto riguarda il debito, il Centro studi stima quest'anno un rapporto al 104,1% e l'anno prossimo al 106,1%. Anche in questo caso nel 2010 è previsto un lieve rientro al 105,7% del Pil. Per quanto riguarda l'inflazione invece, nel 2008 la crescita dei prezzi al consumo sarà del 3,4%, per poi calare drasticamente all'1,7% l'anno prossimo e risalire leggermente al 2,1% nel 2010. In particolare, nei prossimi mesi «l'inflazione annua continuerà a diminuire rapidamente, portandosi vicino all'1% annuo a metà 2009». Posti di lavoro Nel 2009, per la prima volta dal 1994, la variazione annua dei posti di lavoro sarà negativa, con un calo dell'1,4%. E' quanto stima il Csc secondo il quale tra il secondo trimestre del 2008 e la seconda metà del 2009 si avrà una perdita di 600 mila posti di lavoro. Nell'industria la caduta sarà l'anno prossimo dell'1,8%. E' questo infatti, sottolinea il Csc, "il settore più esposto alla sfavorevole dinamica della domanda globale", anche se una diminuzione "è in corso perfino nei servizi, tradizionale serbatoio di posti di lavoro (-1,4% nel 2009)". La crisi porterà "inevitabilmente ad un incremento sostanzioso del tasso di disoccupazione - prosegue il Csc - nel 2009 toccherà l'8,4% per l'effetto congiunto della perdita di posti e della ricerca di un impiego da parte dei soggetti a più basso reddito e nelle aree più arretrate del paese".