Il cordoglio dei politici per Padoa Schioppa

Giulio Bucchi

E' morto a 70 anni Tommaso Padoa Schioppa, economista ed ex ministro dell'economia e delle Finanze del governo di centrosinistra di Romano Prodi. Fatale un arresto cardiaco verso le 21 durante una cena organizzata dallo stesso Padoa Schioppa a Palazzo Sacchetti, nel centro di Roma, con un centinaio di amici. "Sono sconvolto e addolorato", ha commentato a caldo l'ex premier Prodi da Bologna. "Era un amico, una delle persone cui ero più legato". Il Professore avrebbe dovuto partecipare alla cena, ma è stato costretto a rinunciare per impegni improrogabili. BIPARTISAN -  Il lutto colpisce tutto il mondo politico italiano, senza distinzioni di parte né colore. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano partecipa al dolore del figlio "con indicibile turbamento e tristezza".Il fodantore del Pd Walter Veltroni lo ricorda come uomo "dal grande senso dello Stato". Il presidente del Senato Renato Schifani lo celebra come "esempio di uomo al servizio delle istituzioni", e le stesse parole le usa il governatore del Lazio Renata Polverini. Il sindaco della Capitale Gianni Alemanno offre il Campidoglio come camera ardente. "Con Padoa-Schioppa scompare un economista di grande valore e di autentico spessore internazionale", ha detto il leader Udc Pier Ferdinando Casini. LA CARRIERA - Nato da una famiglia dell'alta borghesia bellunese, economista dalla vocazione europeista, nei suoi due anni da ministro, tra 2006 e 2008, Padoa Schioppa aveva fatto scalpore per alcune dichiarazioni "forti", a favore delle tasse e contro i giovani "bamboccioni". Celebre e controversa anche la sua politica fiscale, criticata dal centrodestra per l'inasprimento della tassazione. Dopo l'incarico ministeriale, Padoa Schioppa era recentemente entrato nel Cda di Fiat Industrial, una delle due società nate dalla scissione del Lingotto. Su impegno di Prodi, era entrato nel board della Bce, la Banca centrale europea: conclusione di carriera significativa per un uomo e un politico che considerava come fiore all'occhiello l'impegno nel varo dell'euro, cui aveva partecipato facendo parte del comitato Delors per impostare le basi dell'unificazione monetaria. Prestigioso il suo ruolo in Bankitalia: nel giugno del 1984 diventa vicedirettore generale, con Carlo Azeglio Ciampi Governatore, Lamberto Dini direttore generale e Antonio Fazio vicedirettore generale. Nel 1993, quando Ciampi diventa premier, Padoa Schioppa viene "scavalcato" da Fazio e Desario. Nel 1997, emarginato, diventa presidente della Consob prima di fare ingresso, un anno dopo, nella neonata Bce. Infine l'impegno diretto in politica, con la chiamata di Prodi nel 2006 fino alla sfiducia, due anni dopo.