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Addio a Enzo Bearzot, eroe dell'Italia mundial

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A 83 anni addio al "Vecio", ct a Spagna 1982. Tramonta una generazione calcistica / Foto, video e interviste di Dell'Orto

Andrea Tempestini
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E' morto Enzo Bearzot, storico ct dell'Italia "mundial" a Spagna 1982. Il "vecio", come era soprannominato, aveva 83 anni. Nato ad Aiello del Friuli il 27 settembre 1927, ha giocato come mediano arrivando fino all'Inter, con una presenza in azzurro nel 1955. Poi l'addio al calcio giocato e l'inizio della gavetta in panchina, a fianco di giganti come Nereo Rocco e Edmondo Fabbri. Dal entra in Federcalcio. Fino al 1975 allena l'Under 23, quindi l'approdo alla Nazionale maggiore in coppia col più esperto Fulvio Bernardini. Dal 1977, è l'unico al timone e arrivano il quarto posto (con applausi) al Mondiale di Argentina 1978 e soprattutto la vittoria del 1982. Chiude col pallone azzurro nel 1986, all'indomani della sfortunata avventura messicana. Con Bearzot se ne va la tradizione più scintillante della panchina italiana, quella della vecchia guardia tutta parole brusche o affettuose, senza concessioni a giornalisti né mode del momento. Una tradizione "pane e salame", la chiamano, ma che con gente come Bearzot o Nereo Rocco ha portato il calcio azzurro nella storia. Burbero, introverso eppure travolgente, generosissimo con le persone di cui si fidava e irraggiungibile dai voltagabbana, come quella volta che al Mundial 1982, dopo le critiche durissime di tutta la stampa nazionale per i tre pareggi su tre nella prima fase di Vigo, decise di chiudere la squadra in un mutismo assoluto. Sul carro dei vincitori, quella volta, ci salirono in pochi. Al suo fianco, in Spagna e in tante altre avventure, c'era Cesare Maldini. Furlàn il primo, triestino il secondo, sempre d'accordo su cosa fosse (su cosa sia) il pallone: sacrificio, sudore e divertimento. Forse solo Cesaronee e Giovanni Trapattoni, oggi, possono essere considerati eredi del vecchio Enzo. Il capolavoro di Bearzot - Il capolavoro di Enzo Bearzot fu, senza dubbio, il trionfo al Mondiale 1982, con la vittoria in finale al Bernabeu di Madrid dell'11 luglio, contro la Germania di Rummenigge. Italia-Germania 3-1 Reti: 13' st Rossi, 24' st Tardelli, 35' st Altobelli; 38' st Breitner. Italia (5-3-2): Zoff; Bergomi, Gentile, Scirea, Collovati, Cabrini; Oriali, Tardelli, Conti; Rossi, Graziani (7' pt Altobelli, 44' st Causio). Ct Bearzot. Germania (5-3-2): Schumacher; Kaltz, Stielike, K. Forster, B. Forster, Briegel; Dremmler (18' st Hrubesch), Breitner, Littbarski; Fischer, Rummenigge (25' st Muller). Ct. Derwall. Arbitro: Coelho (Bra). Note: ammoniti Oriali, Conti, Stielike, Dremmler, Littbarski.   LEGGI IL RICORDO DI BEARZOT NELLE INTERVISTE DI ALESSANDRO DELL'ORTO   LE REAZIONI - La scomparsa di Enzo Bearzot ha originato il cordoglio di tutto il mondo dello sport italiano. Secondo il suo erede sulla panchina azzurra, Cesare Prandelli, "il calcio italiano perde il protagonista di una delle pagine più belle ed emozionanti della sua storia, ma soprattutto perde un maestro di calcio che della gestione del gruppo ha fatto una filosofia alla quale tutta la scuola di allenatori italiani continua a fare riferimento". Secondo Azeglio Vicini, che prese il suo posto di ct della Nazionale nel 1986, "disciplina e serietà erano ricorrenti, abbiamo vissuto una vita assieme, poi dopo 11 anni con la Nazionale e avendo conquistato il titolo di campione del mondo diventava difficile  prendere strade diverse. La sua uscita dal calcio lo lascia limpido, secondo ma ha fatto bene". Cesare Maldini, suo vice dal 1980 al 1986,ha dichiarato: "E' scomparso un maestro di vita. Noi tutti e il calcio mondiale piangiamo la scomparsa di un grande uomo, è un giorno triste". Per Marcello Lippi, che guidava la squadra Nazionale nel trionfo tedesco del 2006, "Enzo Bearzot è una figura che ha accompagnato tutta la mia carriera. Ha allenato anche me con l'Under 23 e mi è stato sempre molto vicino". Una bandiera a mezz'asta è esposta sulla sede della Federcalcio di via Allegri, e il presidente della Figc Giancarlo Abete ricorda "le qualità umane e morali, il rigore della sua professionalità, uno stile di vita che resta un esempio per il calcio  di tutto il mondo. Comportamenti lineari e sempre coerenti, una dimensione umana vera, non condizionata dalla realtà, spesso complessa, del calcio, sono stati i tratti principali della sua personalità". Beppe Bergomi, difensore della Nazionale Campione del mondo 1982, ricorda "una persona straordinaria che ha vinto come allenatore, ma soprattutto come uomo". Bruno Conti è molto commosso ricordando il suo allenatore nel Campionato di Spagna 1982: "E' morto per me un secondo papà, è morta una persona che ha insegnato tanto nel calcio, dei valori che non ci sono più". Quasi le stesse parole usate da Paolo "Pablito" Rossi, il volto più noto del Mundial, che dice: "Per me lui era come un padre, mi ha sempre trattato come un figlio, nel bene e nel male". Dino Zoff, la saracinesca nonché Capitano di quella squadra, ha parlato di "un dolore profondo per la perdita di una persona straordinaria, di onestà cristallina, di grande coraggio e di uomo giusto, il resto fa parte della cronaca". Alessandro "Spillo" Altobelli ricorda lo sguardo di Bearzot, "che parlava per lui", e dichiara che quelli trascorsi "con lui sono stati anni straordinari". Antonio Cabrini, altra punta di diamante della Nazionale Campione del Mondo, afferma che per lui "è stato determinante ma più che sotto l'aspetto sportivo, come uomo". Tutte le squadre del Campionato di Serie A, e non solo, ospitano sui propri siti internet comunicati ufficiali delle società con cui si ricorda e si celebra la figura di Enzo Bearzot, uno degli uomini più stimati del calcio italiano.  Anche la politica ricorda la figura dello storico allenatore. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inviato un telegramma alla famiglia: "Partecipo commosso al vostro dolore per la scomparsa di Enzo Bearzot - ha scritto il Premier - indimenticabile CT della Nazionale italiana che con le sue doti aveva plasmato il gruppo di giocatori che nel 1982 vinsero in Spagna il terzo Mondiale azzurro". Il presidente del Senato Renato Schifani parla di "un uomo straordinario che ci ha fatto vivere momenti indimenticabili, guidando la Nazionale italiana alla conquista del Mondiale di calcio in Spagna del 1982, dopo un'attesa di più di 40 anni". Secondo Rocco Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport, "oggi la morte ci ha portato via non solo uno dei grandi protagonisti della storia dello sport italiano. Ci ha portato via un esempio". Per Walter Veltroni "Enzo Bearzot è stato un grande italiano. Un esempio di serietà, competenza, professionalità e insieme umanità. Un maestro di vita insomma, prima ancora che di sport. A lui mi legava un rapporto affettuoso e sincero che maturò negli anni in cui ero vice presidente del Consiglio con delega allo sport". Secondo Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, Bearzot è stato "un pezzo unico della storia calcistica del nostro Paese". Cordoglio è stato espresso anche da Renzo Tondo, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia (terra natìa di Bearzot), che lo vuole ricordare "non solo come un grande uomo di sport, che rese l'Italia e la nostra regione felici in quelle giornate dell'estate di quasi 30 anni fa, ma soprattutto per la sua umanità, per quel suo fare pacato, lontano dalle urla e dagli schiamazzi che siamo usi vedere nel mondo del calcio".

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