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Calderoli: "Prima federalismo, poi legge elettorale"

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Il ministro leghista a Fini e Pd: "Senza ostruzionismo, possibili accordi più ampi. Casini? Se dice no alla riforma, niente dialogo"

Giulio Bucchi
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"Prima il federalismo, poi la legge elettorale". La proposta è del ministro della Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, che in un'intervista a Repubblica chiede a Futuro e Libertà e Pd di non fare ostruzionismo sugli ultimi due decreti sul federalismo in cambio di un dibattito aperto sulla legge  elettorale.  Se l'opposizione accetterà, Calderoli ha promesso di farsi "portavoce con Berlusconi e Bossi".  Sul tavolo, infatti, non c'è solo la legge elettorale ma "affrontare insieme, maggioranza e opposizione, la madre di tutte le riforme, quella costituzionale". Calderoli ricorda come Fini e Pd siano "i primi a non volere il voto anticipato": per questo dovrebbero impegnarsi a far passare in commissione Bilancio e in Bicamerale il quarto e il quinto decreto, federalismo municipale e autonomia impositiva. In caso contrario "sarà guerra". La possibile convergenza sulla nuova legge elettorale, per il papavero leghista, è possibile: "Qualcuno di importante del Pd si è già fatto avanti". Più dura con Casini e l'Udc: "Se i centristi confermano anche stavolta il loro no (al federalismo, ndr) non c'è la minima possibilità di avviare con loro un dialogo sui temi più generali".

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