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Fiom: "Sciopero generale" ma lo faranno da soli

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Fiat, comitato generale del sindacato metalmeccanico: sul tavolo referendum Mirafiori e contratto Pomigliano. Angeletti: "Fiom fa solo politica"

Andrea Tempestini
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E' arrivato il grande giorno della Fiom. Mercoledì 29 dicembre, alle 14.30, il comitato generale del sindacato metalmeccanico che aderisce alla Cgil si riunirà a Roma. L'esito dell'incontro pare essere scontato: sciopero generale. La serrata, invocata dal segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, non trova il consenso della segretaria della Cgil, Susanna Camusso. Sul piatto ci sono il referendum su Mirafiori e il nuovo contratto di Pomigliano "CONTRO IL METODO MARCHIONNE" - Ad infiammare il dibattito interno alla Cgil è lo scontro sullo stabilimento piemontese di Mirafiori. Le tute blu hanno da tempo iniziato il loro pressing sulla Camusso affinché aderisca allo sciopero generale, ma nel sindacato c'è solo un' area di minoranza che condivide l'iniziativa della Fiom. Comunque vada,  nel "summit metalmeccanico" di mercoledì, si deciderà come dare più forza alle iniziative della Fiom, a partire proprio dal blocco generale, che dovrebbe essere fissato per la fine di gennaio. Anche il presidente del comitato centrale Fiom, Giorgio Cremaschi, ha chiesto ai vertici della Cgil di proclamare lo sciopero generale. Anche l'Unione sindacale di base (Usb) ha preannunciato "forti mobilitazioni, fino alla effettuazione di uno sciopero generale nel mese di febbraio". ANGELETTI: "FIOM MOVIMENTO POLITICO" - "L'accordo non è un problema, ne avevamo già fatto uno nel 2008". Solo "la Cgil non può pensare che una soluzione sulla rappresentanza sia slegata dall'accordo sul modello contrattuale". Così in una intervista a La Stampa, il leader della Uil Luigi Angeletti, apre alla possibilità di un "patto sindacato-imprenditori", sottolineando che "è solo interesse della Cgil partecipare alla vita sociale di questo Paese". Certo è, aggiunge, "che se si conviene sui meccanismi con cui si prendono le decisioni, poi queste sono vincolanti anche per chi soccombe. Chi perde non può fare uno sciopero contro un accordo che la maggioranza ha sottoscritto". Non si può più, insomma, come "fa la Fiom", pensare di "influire sulle decisioni degli altri" volendo poi le mani libere". Quanto all'esclusione della Fiom perché non ha firmato gli accordi di Pomigliano e Mirafiori, Angeletti sottolinea che "non è un problema di libertà sindacale: la Fiom dentro la Cgil ha smesso di essere un sindacato, è un movimento politico", da "più di dieci anni". A Mirafiori "non hanno firmato" perché interessati "solo a sviluppare una politica antagonista". Alla Fiom "non interessa nulla" del futuro degli operai di Mirafiori, ma è interessata, conclude Angeletti, "solo a mantenere uno spazio politico per influire sulle vicende politiche del Paese. Il sindacato è solo uno strumento di visibilità". IL MONITO DI FASSINO ALLA FIOM - "Se fossi un lavoratore della Fiat, voterei sì al referendum sull'accordo a Mirafiori". No, non è Sergio Marchionne ad averlo detto, ma Piero Fassino, il candidato sindaco del Pd a Torino.  L'esponente democratico ha partecipato alla riunione congiunta delle segreterie del partito, dedicata proprio all'accordo che riguarda lo stabilimento piemontese di Mirafiori. "Tuttavia l'azienda deve avvertire la responsabilità di compiere atti per favorire un clima più disteso", ha poi aggiungo Fassino. Per l'ex segretario dei Ds, se vincessero i no nel referendum, "quelli che pagherebbero sarebbero soltanto i lavoratori, perché l'azienda potrebbe trasferire la produzione negli Stati Uniti o altrove". CHIAMPARINO PER IL SI' - Ma anche l'attuale sindaco del capoluogo piemontese, Sergio Chiamparino, spinge per il "sì" al referendum. "Lo scenario alternativo", ha spiegato, "sarebbe di grande criticità per la città e per il Piemonte. Mi auguro, sollecito e auspico che i sindacati recuperino il tema della garanzia di rappresentanza per tutti". Nella gioranta di martedì 28 dicembre, Fiat e sindacati si sono riuniti per mettere a punto il contratto di lavoro per l'assunzione dei lavoratori nell'impianto di Pomigliano. Gli esiti dei tavoli sono stati posticipati a mercoledì 29 dicembre.

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