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Università, sì del Colle. Ma restano "punti critici"

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Napolitano firma la riforma Gelmini e invia una lettera a Berlusconi: "Rivedere certi articoli. Confronto con parti politiche". Gelmini: "Terremo conto delle osservazioni"

Andrea Tempestini
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Per la riforma Gelmini arriva il via libera del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Capo dello stato ha promulgato giovedì 30 dicembre la legge recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario". "RISOLVERE CRITICITA'" - Napolitano ha però contestualmente indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, in cui si auspica che con successiva legislazione ministeriale si risolvano le "talune criticità" riscontrate nel testo. GELMINI: "TERREMO CONTO OSSERVAZIONI" - La risposta del ministro dell'Istruzione al Capo dello Stato non si è fatta attendere. Mariastella Gelmini giudica "un fatto positivo" la promulgazione della riforma e ha assicurato: "Certamente, insieme al presidente Berlusconi, terremo conto delle osservazioni formulate dal Quirinale". GLI STUDENTI, SOLITO RITORNELLO - Da par loro, gli studenti che già hanno inscenato violente proteste nei giorni della discussione in Camera e Senato del provvedimento, annunciano di non avere nessuna intenzione di arrendersi. Nemmeno dopo la firma del Ddl. "Non siamo sorpresi", commentano gli studenti di Link-Coordinamento Universitario. "Il presidente Napolitano", hanno proseguito, "ci ha ricevuto e ascoltato con rispetto, ma non ci aspettavamo che fosse lui a dare battaglia al posto nostro. A bloccare la riforma Gelmini dovranno essere gli studenti, i dottorandi, i precari, i ricercatori, i tecnici-amministrativi, tutti coloro che vivono sulla propria pelle la schiavitù della precarietà e il furto di futuro operato da questa riforma''. Insomma, il ritornello è il solito: "Chiediamo fin da subito a tutti i rettori di disobbedire, e su questo daremo battaglia. Costruiremo proposte di statuti universitari in grado di bloccare la riforma e cambiare l'università dal basso''. IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA "Promulgo la legge, ai sensi dell'articolo 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare". Così recita la lettera di Napolitano inviata al presidente del Consiglio, che continua:  "L'attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti. (...)   Per quel che riguarda l'articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato - pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore - si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all'impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell'articolo.   Per quanto concerne l'articolo 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell'appartenenza territoriale". Contratti- "Inoltre", continua la nota, "l'articolo 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale.   Infine è opportuno che l'articolo 26 (...) sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.  "Confronto con tutte le parti" - Il presidente della Repubblica coglie l'occasione per sollecitare il governo a un confronto con tutte le parti per superare le criticità che permangono nel testo. "Auspico infine", si legge  "che su tutti gli impegni assunti con l'accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate". 

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