Algeria, i rincari dei prezzi scatenano la guerriglia: tre morti nella notte

domenico d'alessandro

Alta tensione in Algeria per i rincari dei prezzi alimentari di largo consumo. Dopo la morte di un manifestante nelle proteste di venerdì, la stampa ha dato notizia che nella notte tra venerdì e sabato sarebbero morte altre due persone, portando a tre il bilancio delle vittime dei violentissimi scontri. Dopo una notte di violenza, la calma sembra essere tornata nella mattina di sabato in tutto il Paese, anche se diverse fonti parlano di manifestanti pronti a colpire nuovamente in serata. Fonti ufficiali non hanno ancora confermato il numero delle vittime, mentre un primo bilancio del ministro dell'interno, Ould Kablia, parla di oltre 150 agenti feriti. SARACINESCHE ABBASSATE - Sabato Algeri si è presentata semideserta. Gran parte dei negozi, in particolare in periferia, ha preferito tenere le saracinesche abbassate. I blindati delle forze anti sommossa presidiano diverse zone della città, come il quartiere di Belcourt, teatro fino a tarda notte di una violenta guerriglia, mentre l'esercito è sceso in campo a Bab Ek Oued. Decine di giovani si sono scontrati a colpi di pietre, bottiglie e fumogeni con gli agenti che per tentare di disperdere i manifestanti hanno fatto uso di lacrimogeni e idranti. Numerosi uffici postali, edifici pubblici, fabbriche e negozi, sono stati devastati nei tre giorni di scontri. Almeno 180 focolai di protesta, riporta la stampa, sono stati registrati da est a ovest. ALGERIA - Il caro-prezzi è stata la miccia che ha fatto esplodere la rabbia della popolazione algerina. A Baraki ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti, esasperati dalla scarsità e dalla precarietà degli alloggi (nella foto). In piazza ci sono anche bambini di circa 10-12 anni. Ad aggravare la situazione, i dati sul sempre altissimo tasso di disoccupazione nel Paese. Secondo i media locali, gruppi di giovani hanno lanciato pietre contro le forze dell'ordine nel popoloso quartiere di Bab el-Oued, ad Algeri. Sempre nella Capitale, sono stati saccheggiati negozi e incendiate delle auto. Proteste sono in corso anche nelle altre grandi città del Paese: Orano, Tipaza, Djelfa, Ouargla, Blida, Annaba e Costantina. Il governo algerino ha deciso che abolirà la tassa introdotta sui prodotti alimentari di largo consumo, riportando i prezzi al livello del passato, ma la notizia non sembra placare gli animi della popolazione. La polizia, intanto, resta in stato di allerta per il timore di nuovi disordini al termine della preghiera del venerdì. A fare le spese della situazione è anche il campionato: tutte le partite del principale torneo della Nazione, in programma tra venerdì e sabato, sono state sospese. TUNISIA - Situazione particolarmente complessa anche in Tunisia. Disoccupati e studenti sono in piazza dopo lo choc per la morte, avvenuta nei giorni scorsi a Tunisi, di un ambulante abusivo. Questi si è dato fuoco perché la polizia gli aveva sequestrato la merce. La tv satellitare Al-Jazeera ha affermato che le proteste sono riesplose in occasione dei funerali del giovane. Migliaia di avvocati hanno aderito ad uno sciopero della categoria. A Jbeniana, 300 km a sud-est di Tunisi, la polizia ha disperso una manifestazione di studenti. A Tala, invece, sono stati eseguiti alcuni arresti. Il governo segue con preoccupazione quanto sta accadendo: il presidente Zin el-Abidin Ben Ali ha attuato un rimpasto di governo e rimosso il governatore di Sidi Bouzid, dove si era svolta la prima manifestazione di disoccupati. UE PREOCCUPATA - Anche la Commissione Europea ha espresso "preoccupazione" per le violente proteste tunisine e algerine. Bruxelles "deplora l’uso della violenza e la perdite di vite umane" e "chiede di non fare ricorso all’uso della forza e di   rispettare le libertà fondamentali". La Farnesina chiede agli italiani che vivono o che hanno intenzione di recarsi nella zona di prestare la massima attenzione.