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Nord e sud

L'appunto di Filippo Facci

Andrea Tempestini
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Io rispetto la mia bandiera come un cittadino della Florida e uno dell'Alaska rispettano quella statunitense: ma non direi mai che Florida e Alaska sono uguali, o che non ci sarà pace sinché ogni «divario» tra Florida e Alaska non verrà superato. In Italia andrebbe ammesso, allo stesso modo, che il divario tra Nord e Sud non verrà superato mai, essendo fisiologico e inevitabile perché corrisponde alle indubbie differenze che semplicemente ci sono tra Nord e Sud, e che sono storiche, ambientali, climatiche, etniche, quel che volete: ma che corrispondono (anche) alle diverse tempistiche e modalità di sviluppo che spesso ci sono tra il Nord e il Sud del mondo. Non c'è parallelo geografico che non corrisponda a suo modo a un divario, a un diverso contesto infinite combinazioni giustificano il ritardo o l'anticipo con cui un'area giunga all'appuntamento col progresso. L'importante è che la velocità di sviluppo, pur rimanendo il divario, non sia differenziata, e che insomma non aumenti il distacco tra le realtà. Una persona che tornasse al Sud dopo trent'anni troverebbe gli stessi incredibili cambiamenti che troverebbe al Nord, o meglio: non gli stessi cambiamenti, ma l'ampiezza della loro portata. Non esisterà mai un grande paese in cui società civile e infrastrutture, da zona a zona, non si sviluppino con timing diversi. Io e un napoletano non cresciamo uguali, e forse è meglio così.

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