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Csm contro il Cav: "Insulta magistratura"

Il premier definì "famigerato" il pm del caso Mills. Per le toghe, "accusa infondata, ci denigra"

domenico d'alessandro
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Il Csm continua la sua strenua lotta contro il Cavaliere. Questa volta l'accusa non è di natura politica, ma si spinge sul piano della continenza verbale. Silvio Berlusconi avrebb denigrato con accuse infondate il sostituto procuratore di Milano Fabio De Pasquale. Ma anche la magistratura nel suo complesso. Questa la "sentenza" della Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, allegata alla proposta di risoluzione con cui ha concluso la pratica a tutela di De Pasquale, il pm del processo Mills. LA FRASE INCRIMINATA - Il Csm si riferisce alle parole pronunciate lo scorso 3 ottobre dal Premier, il quale disse che esiste una "associazione a delinquere" tra le toghe e definì "famigerato" il magistrato. La pratica per De Pasquale è stata approvata a maggioranza, con un solo voto contrario: quello del laico della Lega Nord Matteo Brigandì. IL CASO - Durante la festa del Pdl di Milano, Berlusconi definì "famigerato" De Pasquale e parlò di una "associazione a delinquere" tra i magistrati. Sottolineando che "tre diversi collegi (primo grado, secondo grado e Cassazione)" hanno avallato la tesi del pm del processo Mills, inoltre, il Premier sottilineava l'esistenza di "un accordo fra i giudici di sinistra che vuole sovvertire il risultato delle elezioni". Berlusconi rilevò come De Pasquale fosse "lo stesso pm che disse a Cagliari (il presidente dell'Eni travolto da Tangentopoli e morto suicida nel 1993, ndr) che il giorno dopo l'avrebbe messo in libertà e poi è andato in vacanza e il giorno dopo Cagliari si è tolto la vita". IL GIUDIZIO DEL CSM - Con la decisione di oggi, la Prima Commissione del Csm sottolinea quella che ritiene l'infondatezza delle accuse rivolte da Berlusconi a De Pasquale. Brigandì ha presentato una relazione di minoranza, mentre il documento votato lunedì sarà discusso dal plenum probabilmente la prossima settimana.

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