Decreto Gelmini: il governo
pone la questione di fiducia
Il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul decreto Gelmini. Lo ha reso noto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, nel corso del dibattito che si è aperto oggi alla Camera: “In considerazione della scadenza del decreto legge prevista per il prossimo 9 gennaio – ha dichiarato Vito – il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, né articoli aggiuntivi all'articolo unico che è stato licenziato dalla commissione Cultura, identico al testo approvato in Senato”. Proseguendo, Vito ha ritenuto “un atto indispensabile” la scelta di ricorrere alla fiducia visto che “il provvedimento scadrà il 9 gennaio”. ''Aspettiamo il voto definitivo del Parlamento, ma oggi è stato compiuto un passo importante'' sono state le parole del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. ''Si tratta di un provvedimento utile e necessario, che garantisce trasparenza nei concorsi'', ha assicurato il ministro conversando con i giornalisti alla Camera Ecco le principali modifiche apportare al testo: - commissioni: Le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accadeva fino ad ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Si dovrebbe evitare così il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi; - assunzioni: le università con una spesa per il personale troppo elevata (più del 90% dello stanziamento statale) non potranno effettuare nuove assunzioni. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune università (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo; - ricercatori: il blocco del turn over (a quota 20% nelle altre amministrazioni) viene elevato al 50%. Delle possibili assunzioni presso le Università, almeno il 60% dovrà essere riservato ai nuovi ricercatori. I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over. Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che è entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche; - finanziamenti: più finanziamenti (cioè il 7% del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) saranno distribuiti alle Università migliori: quelle con offerta formativa, con qualità della ricerca scientifica, qualità, efficacia ed efficienza delle sedi didattiche migliori. Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario); - diritto allo studio: per la prima volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio. L'incremento di 135 milioni di euro sarà destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. 180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto. 65 milioni di euro sono stanziati per nuove strutture per il 2009: 1700 posti letto in più per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie.