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Sarah Scazzi, Misseri: "Sabrina è innocente"

Zio Michele cambia ancora versione e si scusa con la figlia / LA LETTERA ORIGINALE

domenico d'alessandro
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Cruciale interrogatorio per Michele Misseri nel carcere di Taranto. L'uomo, accusato di essere coinvolto nell'omicidio della nipote Sarah Scazzi insieme a sua figlia Sabrina, ha risposto alle domande degli avvocati della ragazza: i due legali hanno mostrato al padre della loro assistita due lettere che Michele ha scritto alle figlie Sabrina e Valentina alla vigilia di Natale. Si tratterebbe di due lettere distinte ma dal contenuto analogo che, secondo il collegio difensivo della giovane Misseri, potrebbero aprire nuovi scenari nell'inchiesta: sembra infatti che Michele scagioni Sabrina. Se confermata, sarebbe l'ennesima versione fornita da Michele Misseri, che ha spesso modificato il racconto della giornata in cui fu uccisa sua nipote. Sembra anche che il papà chieda scusa alla figlia per averla accusata "Sabrina, so che sei innocenti": leggi la lettera di Michele alla figlia. "LETTERE IMPORTANTI" - I pm, al termine dell'interrogatorio, hanno potuto visionare le lettere. "Noi - ha commentato l'avvocato Franco Coppi - avevamo interesse a far riconoscere alcune lettere di questo signore spedite alle figlie. L'indagato ha riconosciuto come sue queste lettere, ha ammesso che non sono frutto di minacce o di pressioni o dell'intenzione di favorire  questo o quello. Non posso violare un segreto istruttorio che mi pare in questa vicenda abbia subito già numerose violazioni, erano importanti e se le abbiamo prodotte è perchè evidentemente  corrispondevano a un interesse difensivo e ovviamente di Sabrina. Siccome poi le abbiamo comunque consegnate all'ufficio del pubblico ministero e non sappiamo cosa il pm intenda fare - ha proseguito il legale - mi sembra doveroso, almeno per il momento, mantenere un minimo di riserbo". "ATTENDIAMO LE PROSSIME MOSSE DELLA PROCURA" - Coppi ha poi smentito che "Michele Misseri si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si è rifiutato di rispondere a una domanda che, secondo lui e secondo quanto concordato, come suo diritto, con i suoi difensori, avrebbe potuto, a mio avviso erroneamente, esporlo al rischio di una incriminazione a seguito di un divieto espresso dal pubblico ministero di riferire circostanze  oggetto delle indagini. Ma per quanto riguarda, per esempio, il riconoscimento della paternità delle lettere e il fatto che non fossero frutto di pressioni o di minacce di nessun genere o dalla volontà di favorire questo o quello, su questo ha risposto. Adesso vedremo le mosse che farà la Procura - conclude l'avvocato - e come valuterà il contenuto di queste lettere".

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