Parmalat, chieste maxi confische per gli istituti esteri

Andrea Tempestini

La procura di Milano ci va già duro, con la richiesta di condanna più pesante mai arrivata in Italia per sanzionare le colpe delle banche. I pm Eugenio Fusco, Francesco Greco e Carlo Nocerino hanno chiesto sanzioni pecuniarie severe e confische record, pari a 120 milioni di euro, nei confronti delle banche imputate nel processo per il crac di Parmalat a Milano. In particolare, i rappresentanti della pubblica accusa hanno chiesto una sanzione pecuniaria di 900 mila euro per ciascuna delle quattro banche a giudizio: Deutsche Bank, Morgan Stanley, Bank Of America e City Bank. Inoltre, per i manager dei big della finanza, sono state chieste condanne comprese tra un anno e un anno e quattro mesi. "PROVA DEL REATO" - Si è così conclusa con questa richiesta la requisitoria nel processo agli istituti accusati di aver fiancheggiato la Parmalat di Calisto Tanzi nel raccontare bugie ai mercati e ai risparmiatori che si sono poi trovati in mano un pugno di mosche. La somma chiesta alle banche equivale a quella che le stesse avrebbero lucrato nel corso degli ultimi anni della presidenza Tanzi, e ora devono essere sequestarte come prova del reato. AGGIOTAGGIO - Gli istituti di credito sono accusati di aver violato la legge 231 del 2001 (quella che impone l’adozione di modelli organizzativi per prevenire i reati commessi dai dipendenti) in relazione al reato di aggiotaggio contestato ai loro funzionari. I pm hanno chiesto di punire le banche per violazione di questa legge, non solo con una sanzione pecuniaria, ma anche con 'super' confische: per Morgan è stata avanzata la richiesta di una confisca per il profitto del reato di 5 milioni e 900 mila euro; per Deutsche Bank di 14 milioni di euro; per City Bank di 70 milioni di euro; per Bank Of America di 30 milioni 705 mila 375 euro. CONDANNE - La procura, ha inoltre, chiesto di condannare tra pene comprese tra un anno e un anno e 4 mesi di carcere con la concessione delle attenuanti generiche, due funzionari di Morgan Stanley, due di Deutsche Bank e uno di City Bank, mentre è stata chiesta la prescrizioni per un dipendente di Credit Swisse First Boston. "Le banche - ha detto il pm Fusco, concludendo la requisitoria durata diverse udienze - hanno ottenuto un profitto conseguenza diretta del reato di aggiotaggio, aiutando Parmalat a comunicare al mercato notizie false". Agli istituti di credito, Fusco ha addebitato di non aver adottato i modelli organizzativi previsti dalla legge.