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Neonato ucciso a Genova: 26 anni a Giovanni Rasero

Corte d'Assise, omicidio volontario aggravato, condanna per il compagno della madre del piccolo Alessandro Marras

Giulio Bucchi
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Ventisei anni di carcere. E' la sentenza della Corte d'Assise di Genova per Giovanni Antonio Rasero, il broker genovese di 29 anni condannato per aver massacrato di botte la notte del 15 marzo scorso il piccolo Alessandro Marras, appena 8 mesi, figlio della compagna Katerina Mathas. LA SENTENZA - Dopo oltre 8 ore di camera di consiglio i giudici hanno condannato Rasero, escludendo però i futili motivi e le sevizie. L'uomo e i suoi legali hanno sempre negato il gesto, avvenuto la notte del 15 marzo all'interno del monolocale in cui viveva a Genova Nervi. Accolta in parte la tesi del pm Marco Airoldi, secondo cui il broker avrebbe ucciso il figlio della sua amante occasionale in una delle loro frequenti nottate a base di cocaina.  Per questo, l'accusa aveva chiesto l'ergastolo. LA RICOSTRUZIONE - Secondo Airoldi, il bimbo fu ucciso nell'ora e mezza di assenza della madre Katerina Mathas, che si allontanò dal monolocale per comprare altra droga lasciando il figlio solo con Rasero. L'uomo, in preda ad una crisi indotta dall'astinenza da cocaina, avrebbe aggredito il bambino infastidito dal suo pianto. Accortosi di averlo ucciso, lo avrebbe seviziato, procurandogli delle bruciature di sigaretta e mordendogli un piede. Poi lo ripose dove lo aveva trovato, andando a dormire. La madre, rientrando si sarebbe occupata solo di annusare cocaina senza controllare le condizioni del figlio, adagiato sul divano dove l'aveva lasciato 90 minuti prima. Solo la mattina successiva, al risveglio, la donna si accorse della morte del figlio e pretese di andare all'ospedale. Nel corso delle indagini, in corrispondenza dei morsi sul piedino della vittima, è stato trovato il dna di Rasero, in quale, non sapendo di essere intercettato, parlando in carcere con i suoi familiari, ammise di esserne l'autore.

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