Non c'è eversione: lo garantiscono le toghe...

Andrea Tempestini

"La magistratura non sottende disegni eversivi, svolge un'opera silente e perciò merita la stima e la merita specie da chi è egualmente per condizione servitore dello Stato". Michele Vietti, vicepresidente del Csm, ha scelto il palcoscenico dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario per continuare a tirare la corda nel conflitto tra toghe e governo: il riferimento al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è evidente. "L'amore per la giustizia", ha continuato, "deve accumunare giudici e governanti". SEDE PROCESSUALE - L'intervento di Vietti arriva il giorno successivo al monito della stessa Cassazione alle toghe ("Attenzione, serve magggior riserbo"). Per il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, "una sede processuale non può essere sostituita da altre sedi a propria scelta, che sia mediatica o di piazza". Il riferimento palese è alla manifestazione annunciata dal premier contro lo strapotere dei giudici (il corteo potrebbe essere il 13 febbario). "La giustizia", prosegue l'arringa, "è amministrata dai giudici e alla loro funzione si deve rispetto, un rispetto talora troppo trascurato. Non si tratta di rispetto acritici". Vietti, insomma, non spende una singola parola garantista nei confronti di Silvio Berlusconi, travolto dall'incredibile mole dell'inchiesta che riguarda il caso Ruby, né si esprime sullo sproporzionato ricorso alle intercettazioni telefoniche. ANM, "ATTACCHI A COSTITUZIONE" - Anche il sindacato delle toghe, l'Associazione Nazionale Magistrati, non si è fatto scappare l'occasione per l'ennesimo affondo. L'inaugurazione dell'anno giudiziario "è la sede più appropriata per ribadire con forza che i  magistrati continueranno a svolgere il compito loro affidato, senza lasciarsi intimidire e avendo come unico riferimento i principi di legalità e di eguaglianza sanciti dalla Costituzione italiana". E' quanto è scritto in un documento dell'Anm letto dai presidenti alle giunte locali. "Sono contro la giustizia", cotninua il documento, "gli insulti, le offese, le campagne di denigrazione di singoli giudici, le minacce di punizione, gli annunci di riforme dichiaratamente concepite come strumenti di ritorsione verso una magistratura ritenuta colpevole solo perché si ostina ad adempiere al proprio dovere di accertare la commissione dei reati e di applicare la legge imparzialmente e in maniera uguale nei   confronti di tutti i cittadini" I PM DI MILANO - Non poteva mancare, infine, l'intervento dell'epicentro della battaglia giudiziaria scatenata contro Berlusconi, la procura di Milano. Gli avvocati della camera penale meneghina hanno dichiarato che l'inaugurazione dell'anno giudiziario "ancora una volta si è tenuta in un contesto sociale e politico attraversato da forti tensioni che dispiegano, spesso in modo improprio, le loro energie nell'ambito giudiziario". Poi un riferimento ancor più diretto alle vicende degli ultimi giorni: "La giustizia è teatro di uno scontro che non accenna a sedarsi, come vero e proprio campo di una battaglia che da quasi vent'anni, di fatto, paralizza ogni iniziativa di riforma". ANGELINO ALFANO - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, da par suo ha spiegato che "le resistenze corporative da più parti ostacolano qualsiasi tentativo di riforma del sistema giudiziario italiano". Il Guardasigilli ha ricordato nel suo intervento che "il sistema giudiziario per essere innovato e diventare più efficiente non ha soltanto bisogno di risorse umane e finanziarie ma deve essere riorganizzato con la diffusione di una cultura dell’organizzazione e della misurazione delle performances anche dei singoli magistrati e non soltanto degli uffici giudiziari nel loro complesso". Il ministro della Giustizia ha aggiunto che "la sola immissione di risorse economiche aggiuntive non risolve alcun profilo di inefficienza di qualsiasi organizzazione complessa". IMPEGNO DEL GOVERNO - "Non è mancato l’impegno del governo in materia di giustizia", ha proseguito Alfano, "un impegno concreto scolpito in numerose iniziative legislative, spesso approvate a larga maggioranza e talvolta all’unanimità, e in una costante opera di amministrazione  della macchina giudiziaria, fondata sul lavoro quotidiano a servizio della giurisdizione e nell’interesse dei cittadini". "Se ci si allontana dal piano della facile polemica", ha concluso, "mi pare davvero difficile negare questo impegno se non fanno velo i sospetti, le reticenze e le resistenze all’innovazione e il soverchiante ruolo dei media che, scelta la notizia che interessa, è in grado magicamente di far sparire dal contesto quella parte importante di impegno quotidiano nella complessa gestione della macchina giudiziaria che è stato e continuerà ad essere il mio prioritario impegno a servizio   dell’istituzione che rappresento, dei cittadini e del popolo in nome del quale, giova ricordarlo, la giustizia viene quotidianamente amministrata".