Caso Ruby, giovedì in diretta il voto della Camera

Andrea Tempestini

L'aula della Camera deciderà sul caso Ruby giovedì 3 febbraio. Il dibattitò comincerà alle 15, mentre il voto finale è previsto per le 19. L'assemblea dovrà approvare o respingere la relazione della Giunta per le autorizzazioni a procedere, nella quale si stabilisce che gli atti dell'indagine vengano rinviati alla procura di Milano, ritenuta "incompetente", poiché il reato sarebbe avvenuto nell'ambito delle funzioni del premier: a giudicare, secondo la Giunta, deve essere il Tribunale dei Ministri. DIRETTA TV - Il dibattito di giovedì verrà contingentato in quattro ore, e le dichiarazioni di voto verrano trasmesse in diretta tv. Il capogruppo dei "Responsabili", Luciano Sardelli, ha dichiarato che le forze di opposizione "avevano chiesto che si votasse la settimana successiva". La decisione di fissare il voto giovedì è stata presa dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, con una scelta di mediazione tra la richiesta di Pdl e Idv di anticipare a mercoledì, e quella di Pd, Udc e Fli di rinviare alla prossima settimana. MINETTI INTERROGATA - Nel tardo pomeriggio di domenica, Nicole Minetti è stata interrogata per circa tre ore nella procura di Milano. La consigliera regionale della Lombardia, indagata nel caso Ruby per favoreggiamento alla prostituzione, è ritenuta una delle organizzatrici delle feste nella residenza di Arcore di Silvio Berlusconi. La Minetti, che era assistita dall'avvocato Daria Pesce, ha risposto alle domande dei pubblici ministeri Ilda Bocassini e Antonio Sangermano. VERBALE SECRETATO - L'interrogatorio, previsto per martedì 1 febbraio, è stato antcipato. D'accordo con la difesa della Minetti, l'atto istruttorio, tenutosi a Palazzo di giustizia, è stato spostato a domenica 30 gennaio per evitare la presenza davanti al Tribunale della massa di fotoreporter, giornalisti e cineoperatori. La richiesta era stata avanzata dallo stesso difensore della Minetti nei giorni scorsi. Secondo quanto trapelato, il verbale dell'interrogatorio sarebbe stato secretato. Nicole Minetti avrebbe risposto però a tutte le domande dei pm della procura sul presunto giro di prostituzione. La Minetti è indagata con Lele Mora ed Emilio Fede, anche loro accusati di favoreggiamento della prostituzione. La procura di Milano dopo l'atto istruttorio di domenica sera, nei prossimi giorni ha fatto sapere di voler depositare la richiesta di rito immediato nei confronti del premier. LE INDISCREZIONI - Stando a quanto si è appreso, la consigliera nell'interrogatorio avrebbe risposto soltanto ad alcune delle contestazioni mosse a favore dell'accusa, mentre su altri punti si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere. Altre indiscrezioni riferiscono che la Minetti avrebbe parlato di una forte relazione affettiva con Berlusconi. A rendere più difficile la posizione della Minetti, trapela dalla procura milanese, ci sarebbe anche un'imponente mole di intercettazioni di cui ancora non si conosce il contenuto, oltre a decine di migliaia di euro in versamenti bancari da Berlusconi, che per i pm proverebbero il ruolo dell'ex igienista dentale nel "reclutare" le ragazze. La Minetti, inoltre, avrebbe sostenuto di non aver mai partecipato ai festini, e che gli appartamenti del residence dell'Olgettina, a Milano due, erano soltanto benefit concessi a chi lavora a Mediaset. Su Ruby, la consigliera avrebbe dichiarato che il premier le chiese di aiutarla e che l'affidamento fu regolare. NON CAMBIANO I TEMPI DELL'INDAGINE - L'interrogatorio anticipato della Minetti non cambia i tempi della richiesta e non significa che la richiesta di rito immediato per Berlusconi subisca un'accelerata. Lo hanno riferito fonti giudiziarie, spiegando che la richiesta di processo arriverà a circa tre settimane dal giorno dell'invito a comparire per il premier (il 14 gennaio).