Caso Scazzi: "Omicidio Sarah premeditato"
Tribunale respinge richiesta scarcerazione Sabrina e accusa: "Da famiglia Misseri abile opera depistaggio"
La premeditazione dietro l'omicidio di Sarah Scazzi. E' l'ultima e più accreditata ipotesi dei giudici del tribunale di Taranto sul giallo di Avetrana, una pista resa nota dagli stessi inquirenti nelle motivazioni con le quali oggi hanno rigettato l'appello dei difensori di Sabrina Misseri, cugina delle 15enne uccisa lo scorso 26 agosto, per la scarcerazione della ragazza. Potrebbe essere la svolta in un caso complicato, che vede i riflettori puntati non solo contro la 22enne e suo padre Michele, ma in generale contro tutta la famiglia Misseri: secondo il tribunale, infatti, sarebbe stata "posta in essere un'abile, disinvolta e costante attività di depistaggio non solo da Sabrina ma anche da Cosima Serrano (la madre, ndr)". NIENTE SCARCERAZIONE - Sabrina, nel frattempo, rimane in carcere. La cugina di Sarah si è vista rigettare dal Tribunale di Taranto il ricorso presentato dai suoi difensori contro l'ordinanza con la quale il 22 dicembre scorso il gip Martino Rosati aveva già respinto la medesima istanza. In quell'occasione, il gip Rosati aveva ribadito le esigenze cautelari alla base della detenzione, scrivendo che rimanevano "il pericolo di fuga e quello della compromissione delle indagini", oltre al pericolo di reiterazione "se non del reato di omicidio, quanto meno di gravi delitti a componente comunque violenta". L'accusa del gip a Sabrina e ai familiari è anche quella di "mistificazione della realtà", che finirebbe per influenzare anche l'altro grande accusato dell'omicidio di Sarah, Michele Misseri, padre di Sabrina e zio della vittima 15enne, morta lo scorso 26 agosto. Sull'uomo, scrivono i giudici del Tribubale, "traspare una continua pressione psicologica esercitata dai famigliari per modificare il racconto", giudizio più che esplicito sugli ormai numerosi cambi di versione di Misseri. MICHELE "INVERTEBRATO" - Anche i legali della Scazzi, Biscotti e Gentile, attaccano lo zio: "E' tornato ad essere il solito invertebrato", scrivono, sottolineando come si sia lasciato vincere da "quella nefasta logica familiare che lo vuole da sempre unico autore di un crimine commesso però da altri". Gli avvocati non danno alcuna credibilità nemmeno alle "lettere della vergogna" con cui Misseri ha discolpato la figlia Sabrina, facendosi passare, continuano i legali, per un uomo "incapace di frenare la propria patologia sessuale". "Il presunto e forse antico vizietto di Michele, che addirittura potrebbe essere provato attraverso la testimonianza di improbabili vittime, magari molto vicine al Misseri - spiegaono Biscotti e Gentile - è una evidente forzatura che si colloca a pieno titolo in quel vano tentativo di far deragliare e sviare le indagini".