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Wiki: per Gheddafi il Cav quasi svenne. Stati Uniti contro l'accordo Eni-Libia

Nuovi cablo: premier pieno di cortisone per Muammar. Washington criticò l'ltalia per l'intesa con Tripoli

Privitera Andrea
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Pur di incontrare Muammar Gheddafi, che minacciava di annullare il suo primo viaggio ufficiale in Italia se a riceverlo a Ciampino non fossero venuti Silvio Berlusconi o Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio italiano si fece fare due iniezioni di cortisone per lenire il mal di schiena e quasi svenne in aeroporto. Wikileaks pubblica i file dell'ambasciata americana a Tripoli e, tra essi, non potevano mancare i rapporti della rappresentanza diplomatica americana sulla relazione tra il presidente del Consiglio italiano e il leader della Giamahiria libica. A riferire ai diplomatici americani e a quelli europei sulla visita che Gheddafi fece a Roma dal 10 al 13 giugno del 2009 fu, quattro giorni dopo la partenza del Colonnello, l'ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano. INCONTRO A TUTTI I COSTI - "Sono stati rilasciati 446 visti", si legge nel rapporto inoltrato al Dipartimento di Stato, ma, "cosa interessante, data la stretta relazione tra il premier Berlusconi e Gheddafi, le questioni logistiche per il viaggio sono state definite direttamente dai due uffici (di Berlusconi e Gheddafi, ndr.)". Quando si trattò di andare a Ciampino a ricevere "l'uomo della storia", come l'ambasciata americana definisce ironicamente il Colonnello, il premier italiano fu colpito da un "forte dolore alla schiena". Per lenirlo, il premier "chiese un'iniezione di cortisone, che non ebbe grande effetto. A quel punto gli italiani fecero sapere a Gheddafi, il cui aereo sorvolava in circolo lo scalo romano, che Berlusconi non sarebbe stato presente all'arrivo" del leader libico. "I libici", si legge ancora nel rapporto americano frutto delle confidenze del diplomatico italiano, "minacciarono di annullare la visita. A quel punto, Berlusconi chiese e ottenne una seconda iniezione di cortisone che gli permise di recarsi in aeroporto, annotò Trupiano, "sebbene abbia poi rischiato di svenire diverse volte mentre aspettava". I CABLI BACCHETTANO BERSANI - In giornata, Wikileaks ha pubblicato un'altra rivelazione sul rapporto tra Italia e Libia. Gli Usa criticarono l'accordo strategico firmato dall'Eni col paese nordafricano nel 2007. I dispacci dell'ambasciata americana a Tripoli del 26 ottobre 2007 si riferiscono all'intesa del gruppo petrolifero italiano con la libica Noc per un investimento di circa 28 miliardi di dollari in 10 anni, in cui Eni avrebbe partecipato per 14 miliardi, e che avrebbe portato a un rinnovo dei contratti petroliferi per 25 anni. "L'accordo - si legge nei commenti pubblicati dal sito - considerato un successo dall'Eni, porta seri aspetti negativi per la compagnia e potrebbe aprire la strada per simili, non positivi, accordi con altre compagnie straniere e distributori di gas". Le rivelazioni ricordano come l'intesa ai tempi ebbe il plauso del governo e in particolare dei ministri all'epoca Massimo D'Alema, per gli Esteri, e Pierluigi Bersani, per lo Sviluppo. Tra le critiche degli Usa quella che l'accordo presenterebbe "costi sostanziali" dal momento che "sarebbe stato concluso con un offerta al ribasso del 7%". Sempre secondo gli Usa che citano nel dispaccio fonti libiche, l'intesa sarebbe stata raggiunta "dopo l'apertura di Roma su negoziato per le compensazioni" sul passato coloniale del Paese. L'ambasciatore italiano Francesco Trupiano, rivela anche Wikileaks, aveva negato ogni legame con l'intesa dell'Eni e il trattato sulle compensazioni ammettendo però che "qualcuno nel governo sperava che l'accordo Eni avrebbe ridato impeto agli sforzi per concludere il trattato e facilitare le relazioni commerciali".

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